«Noi non possiamo essere neutrali» Le tante voci (cattoliche) dal palco

Ttengono stretto lo striscione che ha aperto il corteo, su cui c'è scritto in grande "Europe for Peace". I giovani di Sant'Egidio e gli scout dell'Agesci, venuti a Roma da tutta Italia, hanno dettato insieme il passo di marcia dei migliaia manifestanti in cammino verso il palco di piazza San Giovanni. Sono decine e decine le associazioni e i movimenti cattolici che si sono dati appuntamento a Roma per chiedere lo stop al conflitto aderendo alla manifestazione promossa dalla coalizione Europe for peace. Carismi ed esperienze differenti uniti in piazza come Chiesa, per dire, insieme alla società civile, che «non si può rimanere neutrali». Come ha ribadito nel suo intervento il fondatore di Libera, don Luigi Ciotti. «Occorre dirsi con forza che la pace  è possibile, ma dobbiamo diffidare di chi resta neutrale, sono in troppi nel nostro Paese. - ha detto dal palco - Ora si alzi la voce. Chiediamo alla politica di fare la sua parte contro la guerra».
Anche per Andrea Riccardi, fondatore della Comunità di Sant'Egidio, l'unica soluzione è quella di cercare una «pace dei forti». Con papa Francesco, ha aggiunto Riccardi, «lanciamo un appello accorato al presidente della Russia», affinché «faccia cessare la spirale della guerra», e al «presidente ucraino» perché sia «aperto a serie proposte di pace». Davanti al palco sventolano decine di bandiere blu con la colomba della pace, con i giovani e gli adulti della Comunità di Sant'Egidio. «Oggi è importante che si senta la voce di chi chiede pace per i fratelli ucraini - dice Silvia, volontaria in una delle scuole di italiano della Comunità - bisogna creare canali di dialogo».
Tra i tantissimi ragazzi in piazza c'è Agnese, che con il suo gruppo di scout, è partita alle 4 da Empoli per partecipare al corteo. «Volevamo esserci per far vedere che noi giovani desideriamo con forza la pace, - dice sorridendo - e lavoriamo ogni giorno per costruirla». Mentre parla la giovane, inizia il suo breve saluto Francesco Scoppola, presidente nazionale dell'Agesci: «In tanti venendo qui ci hanno chiesto: perché gli scout? Perché questa è casa nostra, è casa di tutti noi, artigiani di pace».
In alto i palloncini bianchi delle Acli, tra gli organizzatori della manifestazione, presenti in piazza con tremila persone da tutta Italia. Il presidente nazionale dei lavoratori cristiani, Emiliano Manfredonia, ha espresso dal palco il desiderio di un «movimento popolare che da Roma faccia sentire l'urlo della pace in tutto il continente», anche «nella Russia dove è repressa la libertà». Zaino in spalla e cappello bianco per il presidente delle Acli milanesi, Andrea Villa: «Vogliamo chiedere alla comunità internazionale di aprire lo spazio per un negoziato di pace che tenga conto dei diritti del popolo ucraino». In piazza anche le bandiere dell'Azione Cattolica. «Oggi siamo qui perché l'Ac ha come missione di essere presente dove l'umanità soffre» dice Simona Granchi, presidente dell'associazione diocesana di Fiesole. Accanto a lei Marco Di Tommasi, presidente dell'Ac di Roma: «Scendere in piazza è necessario perché la pace non resti una questione intellettuale. Tutti insieme siamo una forza grande, una rete di pace».
Lo striscione dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII si intravede tra i drappi colorati con i colori della pace, insieme alle bandiere dell'Operazione Colomba, il Corpo nonviolento di pace della Comunità attivo in questi mesi tra Mikolaiv e Leopoli. «Siamo andati in Ucraina quando tutti scappavano via - ha detto il presidente dell'associazione Giovanni Paolo Ramonda - e i fratelli ucraini ci stanno chiedendo di non partire. In Ucraina molte realtà della società civile iniziano a comprendere che le armi potrebbero non essere l'unica soluzione». Nel corteo arrivato in piazza San Giovanni, con la felpa blu di Mediterranea Saving Humans, anche don Mattia Ferrari, cappellano dell'Ong: «Il grido della pace deve arrivare dal basso fino agli orecchi dei potenti, perché fermino la guerra subito e si costruisca una pace che è fraternità vera».
Hanno aderito alla manifestazione anche molte altre importanti realtà del mondo cattolico tra cui il Movimento dei Focolari, Pax Christi, Comunione e Liberazione, Focsiv, Mcl, missionari. Il Papa non ha mai smesso di lanciare appelli per la pace. E ieri, a Roma, il mondo cattolico ha risposto con convinzione: «Mi sta a cuore». 


[ Agnese Palmucci ]