In 100 mila hanno risposto alla chiamata di Europe for Peace. «Non siamo neutrali, siamo per la pace»

In 100 mila hanno risposto alla chiamata di Europe for Peace. «Non siamo neutrali, siamo per la pace»

Il lungo serpentone si è snodato da piazza della Repubblica fino a san Giovanni in Laterano, dove hanno parlato vari esponenti di realtà cattoliche e non

«Noi non siamo neutrali, siamo schierati per la pace». Lo dice chiaramente Andrea Riccardi, fondatore di Sant'Egidio, parlando dal palco di piazza San Giovanni in Laterano a Roma. Ad ascoltarlo oltre centomila manifestanti. Un lungo serpentone che da piazza Repubblica si è snodato per le strade di Roma al ritmo di canti, balli e bandiere.
Sono oltre centomila quelli che hanno risposto alla chiamata di Europe for Peace, l'organizzazione cui aderiscono più di 600 associazioni della società civile. Alle sigle storiche, da Rete disarmo all'Arci, si sono unite anche molte realtà cattoliche, da Comunione e liberazione all'Azione cattolica, per gridare insieme il loro appello alle Nazioni Unite perché trovi vie diplomatiche per «un cessate il fuoco immediato, un negoziato per la pace e la messa al bando di tutte le armi nucleari».
La pace, ribadisce Riccardi, «non è un sogno di anime belle». Rivendica «il diritto a comporre i conflitti senza violenza» e ripete «l'appello di papa Francesco al Presidente della Federazione russa, perché faccia uscire il suo popolo dalla spirale della guerra, e al Presidente dell'Ucraina perché sia aperto a serie proposte di pace». E per la pace «c'è bisogno dell'audacia di ciascuno. Perché la guerra non ci travolga, ci vuole una pace dei forti, una pace chiesta con forza. Ci vuole un nuovo investimento sulla diplomazia, solo il dialogo e la diplomazia ci daranno la pace, coinvolgendo le Nazioni Unite, gli Stati Uniti, l'Europa, che deve avere una sua politica di pace. La pace è la pace dei forti, perché la chiediamo con forza»
La pace «è un urlo», dice dal canto suo Emiliano Manfredonia, presidente nazionale delle Acli, un urlo «che deve arrivare in tutto il Continente, anche nella Russia dove è repressa la libertà». In testa gli scout, dietro gli esponenti politici senza bandiere, da Giuseppe Conte a Enrico Letta, sfilano le tante anime di quella che è stata definita la «piazza progressista». Terzo settore, larga rappresentanza del mondo cattolico e del sindacato, l'Associazione Nazionale degli Alpini, le bandiere bianche delle Acli, quelle rosse dell'Arci, quelle azzurre di Sant'Egidio, le bandiere arcobaleno. Uniti per la pace «anche se con sfumature diverse», come sottolinea lo stesso Riccardi.
E Giuseppe Notarstefano, presidente dell'Azione cattolica precisa: «Siamo schierati con l'Ucraina e con il suo diritto alla legittima difesa, vogliamo però che si metta in moto anche la diplomazia perché deve essere il dialogo lo strumento per risolvere le controversie».
 


[ Annachiara Valle ]