Termosifoni, un lusso. «Tanti nuovi poveri chiedono felpe da casa»

Don Maurizio Scala di Sant'Egidio

I giri notturni per dare coperte e un pasto caldo ai senzatetto continuano e si moltiplicano nei giorni invernali. C'è una rete di associazioni che garantisce assistenza ai senza dimora che va da Sant'Egidio a Music for peace, dalla Chiesa evangelica alla Croce Rossa, dalla Ronda della solidarietà a tante parrocchie e associazioni.
Ma in queste settimane è emerso un fenomeno nuovo: le richieste d'aiuto di chi ha una casa ma non può riscaldarsi. «In tante famiglie, quelle che conosciamo sono soprattutto al Cep e e a Begato, l'accensione dei termosifoni è diventato un lusso che non ci si può più permettere e allora è necessario un aiuto per combattere il freddo coprendosi di più», svela don Maurizio "Momo" Scala, 67 anni, responsabile del servizio ai senza dimora della Comunità di Sant'Egidio.
Di quanti casi parliamo?
«Sicuramente centinaia di famiglie sono in difficoltà. Alcune decine ci hanno chiesto aiuto esplicitamente per l'abbigliamento caldo da indossare a casa. Sono soprattutto nuclei numerosi con bambini oppure anziani che vanno avanti con la pensione minima. Tutte persone per le quali accendere il riscaldamento è diventato impensabile e allora anche in casa diventa necessario stare ben coperti».
Cosa vi chiedono?
«Avevamo cominciato a raccogliere piumoni e non solo le coperte per le distribuzioni serali in strada, poi le richieste dalle famiglie sono aumentate: soprattutto maglioni, felpe e pile caldi. In casa non puoi stare sempre a letto o girare col giaccone tutto il giorno».
La Caritas segnala anche che stanno crescendo le liste d'attesa di chi chiede un alloggio provvisorio.
«Sicuramente i posti disponibili nel Piano emergenza freddo del Comune sono aumentati, ma non bastano ancora: quando le temperature si abbassano, c'è chi chiede aiuto ma resta fuori».