«Si continua a parlare soltanto di armi» Il popolo della pace si rimette in marcia

L'EVENTO. I manifestanti cammineranno da Perugia ad Assisi nella notte tra il 23 e il 24 febbraio, a un anno dall'inizio del conflitto in Ucraina: «La grande assente resta la politica»

Un anno di morti e distruzioni in Ucraina non lascia intravedere un esito. Solo uno sforzo diplomatico congiunto, dunque, potrà porre fine a questa tragedia. A chiederlo a gran voce è il mondo associativo e sindacale che, alla vigilia del primo anniversario dell'invasione russa, toma ancora una volta nelle piazze per chiedere all'Italia e all'Europa di rivedere l'approccio quasi esclusivamente militare.
Iniziative sono previste in oltre 50 città italiane e in 72 europee, per una mobilitazione civile che sarà aperta - tra il 23 e i124 - dalla Marcia della pace notturna tra Perugia e Assisi. Il calendario si concluderà sabato 25 a Roma con la fiaccolata in Campidoglio. A coordinare il programma è il coordinamento Europe for peace. Dalla sala della Protomoteca in Campidoglio il cartello di realtà della società civile ribadisce le richieste della piattaforma delle due manifestazioni nazionali unitarie a Roma, a San Giovanni, il 5 marzo e il 5 novembre 2022: cessate il fuoco e conferenza internazionale per la pace.
Sergio Bassoli di Ripd (Rete italiana pace e disarmo) coordina l'incontro animato dai principali protagonisti del movimento per la pace: «Le guerre puntano alla vittoria sul nemico, non portano la pace ma diventano permanenti, bisogna far vincere la pace, ripristinare il diritto violato, garantire la sicurezza condivisa». Urge un «cessate il fuoco che interrompa l'escalation che può sfociare in una guerra nucleare». Per Flavio Lotti, coordinatore della Marcia della Pace, «dopo nove anni di guerra, iniziata nel 2014 nel Donbass, siamo vicinissimi a un punto di non ritorno. Dobbiamo sostenere l'Ucraina, ma nell'unico modo utile, cioè con una seria iniziativa di pace. Alla mezzanotte e un minuto di giovedì 23 - spiega - cominceremo a marciare da Perugia verso Assisi, dove arriveremo all'alba del 24 per un momento di riflessione e preghiera sulla tomba di San Francesco. Cammineremo nel freddo e nel buio per essere vicini alle vittime di questa e di tutte le guerre. Le nostre organizzazioni ci saranno, la grande assente in questo terribile anniversario è la politica».
Silvia Stilli, portavoce dell'Aoi, l'associazione delle ong italiane, ricorda la mobilitazione umanitaria di aiuti in Ucraina delle carovane di Stop the war organizzate da Aoi, Focsiu Ripd, Associazione Papa Giovanni XXIII, il dialogo con gli obiettori di coscienza alla guerra, in Ucraina. E in Russia, «che perseguita chi manifesta contro».
Paolo Impagliazzo della Comunità di S.Egidio racconta degli aiuti portati dai volontari presente dal 1991 in Ucraina. «Siamo in una fase di autodistruzione - afferma - e la guerra è stata riabilitata come compagna della storia: dobbiamo ridare la parola alla pace». 
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[ Luca Liverani ]