«Ventata di freschezza nella Chiesa»

Borzì (Acli): ha rivoluzionato mission. Zuccolini (Sant'Egidio): con lui viviamo le tre "p", preghiera, poveri, pace. Di Tommasi (Ac): ci ha ridato smalto
I dieci anni di pontificato di Papa Francesco hanno influito molto anche sull'associazionismo romano. La presidente delle Acli di Roma, Lidia Borzì, ricorda che il 23 maggio 2015, in occasione del 70° anniversario di fondazione dell'associazione, Bergoglio raccomandò "la fedeltà ai poveri" spronando a guardarli sempre negli occhi. Un invito che «ha rivoluzionato la mission soprattutto delle Acli di Roma - dice Borzì -. Sentiamo un supplemento di responsabilità perché Papa Francesco è il vescovo di Roma e la nostra guida. La fedeltà ai poveri con quella ai lavoratori, alla democrazia e alla Chiesa, sono le 4 stelle polari delle Acli ed è inoltre diventata la cartina di tornasole con cui leggiamo tutto il nostro impegno». Dalle Acli l'augurio di «continuare ad essere quel faro che illumina le periferie geografiche ed esistenziali, quel paio di occhiali che ci ha consentito di mettere a fuoco le povertà».
Roberto Zuccolini, portavoce della Comunità di Sant'Egidio, sottolinea invece come Francesco, «primo Papa del "mondo globale"», ha aiutato la Comunità, nata a Roma e presente, oltre che nella Capitale in vari Paesi,, «a guardare il mondo dalle periferie. E' da qui che si comprendono meglio i problemi e come risolverli». In dieci anni Bergoglio ha incontrato la Comunità numerose volte, ricordiamo per esempio le visite nella sede di Trastevere nel 2014 e nel 2018, e la partecipazione agli incontri ecumenici per la pace. «Ci ha ribattezzato la comunità delle tre "p": preghiera, poveri, pace - ricorda Zuccolini -. E' diventata la nostra carta d`identità. Con lui viviamo le tre "p" attraverso, per esempio, l'amicizia con i poveri, ai quali il Papa è molto sensibile. Basti pensare che ha trasformato Palazzo Migliori in centro di accoglienza affidandolo a Sant'Egidio. La pace la testimoniamo 
attraverso l'accoglienza ai migranti compresi i profughi che ci affidò nel 2016 di ritorno dalla visita a Lesbo».

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[ Roberta Pumpo ]