E' davvero ora di restituire dignità al tempo della vecchiaia

Caro direttore, assisto da anni i miei genitori anziani e il susseguirsi dell'esplosione anche mediatica di casi di maltrattamenti in qualche struttura, oltre a un profondo sdegno, mi restituisce una sensazione didejà-vu. Chiunque con pochi minuti, e una bassa soglia del disgusto, può cercare su Google "abusi casa di riposo": nei quasi quattrocentomila risultati non è complesso rintracciarne più di uno al mese, da nord a sud passando per il centro.
Si obietterà che si tratta di fatti isolati che, oltre al patimento delle vittime, arrecano danno a coloro - la maggioranza - che praticano il lavoro di cura  con passione. È certamente così. Eppure vi si ritrovano troppe tragiche analogie: gli autori, quasi sempre dipendenti, e le vittime, gli ospiti più fragili. E poi insulti, minacce, umiliazioni e percosse, alternate a violenze sessuali e torture psico -fisiche, come posizionare il vitto in punti irraggiungibili per gli anziani. Insostenibile!
Forse occorre iniziare a non considerarli episodi isolati o "mele marce", ma campanelli di allarme su quello scivolamento repentino da "scarti" a "vittime di violenza" che papa Francesco non si stanca di denunciare. Servono più controlli, mentre speriamo che la riforma dell'assistenza fortemente voluta anche da una Commissione presieduta dal vescovo Vincenzo Paglia e appena licenziata dal Parlamento trovi presto decreti attuativi efficaci e affronti, così, in profondità la questione, restituendo piena dignità e umanità al tempo della vecchiaia nella società odierna.


[ Roberto Bortone ]