Il primo passo per integrarsi nella società. Migliaia di stranieri studiano l'italiano grazie ai corsi della Comunità di Sant'Egidio

Il primo passo per integrarsi nella società. Migliaia di stranieri studiano l'italiano grazie ai corsi della Comunità di Sant'Egidio

Nell'ultimo anno sono aumentate le persone provenienti dall'America Latina (Perú, Colombia, Venezuela), dall'Ucraina e dalla Russia, iscritte ai corsi di lingua e cultura italiana che, dal 1982, con diversi livelli e modalità, la Comunità di Sant'Egidio organizza per l'integrazione di chi giunge in Italia. A oggi sono stati circa 80.000 gli studenti giunti da oltre 140 paesi nelle diverse sedi di Roma, attualmente quindici includendo quella "storica" a Trastevere e le altre nelle periferie della Capitale, e più di 110.000 tra Napoli, Livorno, Pisa, Firenze, Trieste, Torino, Padova, Genova, Milano, Catania, Palermo.
Importante è stato nel 1989 il riconoscimento in ambito nazionale, da parte del Ministero dell'istruzione, università e ricerca, dei livelli di conoscenza dell'italiano come seconda lingua. I parametri del Quadro comune europeo di riferimento per le lingue (Qcer), in uso oggi, vanno dal propedeutico A1, definito prima alfabetizzazione, al C2 ovvero madrelingua.

«Possiamo dire - spiega Daniela Moretti, responsabile della scuola di lingua e cultura italiana della Comunità di Sant'Egidio a Roma - che i flussi migratori, rilevati in Italia, rispecchiano quanto accade a livello internazionale. Spesso le persone cercano di lasciare i loro paesi prima che la situazione degeneri. Abbiamo chi arriva attraverso i corridoi umanitari da Siria, Afghanistan, Eritrea, Sud Sudan, Iraq, e persone che sono già in Italia in cerca di lavoro e, ovviamente, comprendono come sia impossibile trovare occupazione senza conoscere la lingua. Abbiamo anche altri che vogliono perfezionare la conoscenza linguistica e culturale del nostro Paese».

Nel cuore di Roma, a Trastevere, si trova la sede principale della scuola dove operano 50 volontari, altri 150 nelle sedi ubicate nelle diverse periferie della Capitale. Da settembre solo a Trastevere si sono iscritte 2800 persone di 118 nazioni con corsi che partono dal livello base, classificato A1, a quello avanzato e di padronanza della lingua C2.
«Il nostro metodo è definito "metodo situazionale"», afferma Moretti: «Iniziamo con il far conoscere frasi di uso quotidiano e pratico, da come chiedere un`informazione stradale a come comprare un chilo di pane in un negozio. Facciamo comprendere, però, quanto sia importante formulare le frasi con gentilezza; la parola "voglio" la lasciamo da parte, preferiamo "vorrei"».

Le classi divise per fasce d'età vanno dai 18 ai 25 anni e dai 26 in su. In una sola di queste si possono incontrare persone anche di quattordici nazionalità diverse: ciò per favorire l'incontro tra più culture e l'uso esclusivo dell'italiano come lingua veicolare. L'approccio umanistico-affettivo è alla base di ogni percorso perché l'integrazione, nel riconoscimento delle regole e delle culture nelle quali ci si inserisce, passa dal rispetto e dalla conoscenza reciproca.
Mediamente i corsi durano dieci mesi con lezioni settimanali di quattro ore, prevalentemente il giovedì e la domenica per chi già lavora. Attualmente solo a Roma gli studenti sono 3700 (dei quali 250 dai corridoi umanitari), 82 seguono le lezioni per diventare mediatore interculturale e 207 per diventare caregiver.

«Tutti noi della Comunità di Sant'Egidio siamo volontari, proveniamo da mondi professionali diversi, ma ci siamo qualificati per insegnare l'italiano come seconda lingua», conclude Moretti: «I corsi sono gratuiti e nessuno viene pagato per insegnare; per questo i nostri studenti sentono la responsabilità anch'essi di aiutare chi è più in difficoltà. Noi come cristiani ci sentiamo responsabili nei confronti delle persone che sono state costrette a lasciare il loro Paese, ma anche chi è aiutato sente la necessità di aiutare gli altri».


[ Susanna Paparatti ]