Una preghiera ecumenica per i testimoni di oggi

Treviso. Veglia per i martiri contemporanei nella chiesa di S.Martino
Venerdì 31 maggio nella chiesa di S. Martino Urbano, la Comunità di S. Egidio di Treviso si è ritrovata per far memoria di "quanti in questi ultimi anni hanno offerto la loro vita per il Vangelo". La celebrazione continua l'impegno proposto da Giovanni Paolo II nel Giubileo del 2000 di mantenere vivo il ricordo di quelli che - usando in maniera estensiva il termine - sono comunemente chiamati "martiri contemporanei".
Questo esercizio di fede, di preghiera e di storia per sua intrinseca natura ha una connotazione ecumenica e pasquale, che la veglia di quest'anno, realizzata in collaborazione con l'Ufficio diocesano per l'ecumenismo e con la partecipazione del vescovo Michele, ha particolarmente messo in evidenza. Infatti, come ha sottolineato don Luca Pertile delegato diocesano per l'ecumenismo, "coloro che donano la loro vita per il Vangelo, a prescindere dalla loro appartenenza ecclesiale stanno tutti dalla stessa parte rispetto alla croce di Cristo, e lo stesso dovrebbe accadere per tutti i cristiani che vivono il loro discepolato in questo mondo". la realtà dell'«ecumenismo del sangue» è, di fatto, il cuore della celebrazione, costituita dal ricordo in una forma litanica dei nomi di quanti, sacerdoti, religiosi e laici, nei cinque continenti sono stati uccisi perché credenti in Cristo o per le azioni compiute in ragione della loro fede. La celebrazione evoca, quindi, la diversità con cui la stessa fede viene vissuta in varie parti del mondo, secondo le diverse tradizioni presenti nella cristianità e i differenti Riti della Chiesa cattolica.
I sacerdoti ortodossi, p. Giovanni Ciobanu, della parrocchia moldava di Treviso, p. Nicola Pirvu della parrocchia romena di Noale e p. George Mihail, di quella di Cittadella - San Martino di Lupari, con la loro presenza hanno aiutato la preghiera, rendendo tangibile la diversità del vivere la fede e l'unità che nasce dal dono della vita per il Signore Gesù. Altra presenza significativa, che ha reso più "vicini" i nomi ricordati, è stata quella di Paul Bhatti, già ministro pakistano per le minoranze religiose, come lo era stato il fratello, il servo di Dio Shahbaz Bhatti (1968-2011), ucciso in un attentato volto ad arrestare la sua azione in favore dei cristiani e delle altre minoranze religiose in Pakistan. Ancor oggi dalla nostra diocesi, dove vive oramai da tempo, il dott. Bhatti continua la sua azione a sostegno e protezione dei cristiani pakistani costantemente nel mirino degli estremisti islamici.
Il Vescovo, nel commento al "vangelo del centuplo" (Mc 10,28-34), con cui si è aperta la celebrazione, ha ricordato come i due elenchi che Gesù fa, indicando cosa i discepoli lasciano seguendo il Maestro, e cosa invece viene loro reso in una misura cento volte maggiore, differiscano sostanzialmente in due cose: il Padre che è e rimane unico per tutti i credenti, e il binomio persecuzioni - vita eterna, che altro non 
è che il Mistero pasquale. Cogliendo la sottolineatura del Vescovo, la memoria dei martiri contemporanei non costituisce solamente un'ottima preparazione ai giorni della Passione, ma anche un'interessante chiave di lettura per il Tempo pasquale che la Chiesa cattolica e ortodossa stanno celebrando.
Il ricordo di chi oggi è stato chiamato a versare il sangue per la fede rafforza, infatti, la consapevolezza di quale sia il dono che il Risorto ha fatto alla sua Chiesa, come pure lo sforzo gioioso di rispondere con slancio qui e ora all'invito del Signore ad annunciare a tutti l'unico Vangelo che salva e che tutti unisce nella medesima fede.
MEMORIALE
Il libro di preghiere di Massimiliano Kolbe e la stola di p. Pino Puglisi, il catechismo delle tre suore uccise in Burundi, la Bibbia di Shahbaz Bhatti e il breviario di p.Jacques Hamel: sono alcune delle reliquie conservate nel "Memoriale dei nuovi maltid", inaugurato a Roma il 23 marzo nella basilica di S. Bartolomeo all'Isola."E' il completamento della scelta di Giovanni Paolo II di fare della basilica la chiesa dei martiri del Novecento" ha detto il fondatore della Comunità di Sant'Egidio, Andrea Riccardi.