Crolli e frane, anche Bologna paga un prezzo alto

La situazione nel capoluogo e provincia

Sono stati una notte e un giorno di sirene, allarmi, elicotteri a Bologna città e nel territorio metropolitano, che ha avuto i danni peggiori. Si sono rincorse per ore sui social immagini e video apocalittici: una casa caduta a Livergnano, nel primo Appennino, con tre persone dentro, per fortuna salve; un ponte crollato a Molinella, nella bassa; strade franate sui colli bolognesi, altre interrotte perché allagate, tangenziale e autostrada chiuse, l`Ospedale Maggiore isolato, la clinica Villalba, sui colli, evacuata. Strade che sembrano fiumi in piena loro stesse, già nella primissima periferia: i più colpiti sono stati i Quartieri Porto Saragozza, poi Borgo Reno e Navile, infine Savena.
Già nei nomi i quartieri di Bologna hanno dei fiumi, quei fiumi che l`hanno resa ricca in passato e oggi presentano il conto, c`è chi dice a causa dell`incuria e della mancata manutenzione protratta negli anni, chi invece se la prende con la natura matrigna e queste incessanti, abbondantissime piogge. A Bologna sono restate chiuse scuole, biblioteche, parchi, palestre. Sono state più di 200 le evacuazioni: «In questo momento la priorità a livello nazionale è soprattutto dare mezzi e uomini ai territori dell`Emilia-Romagna e dei Comuni colpiti. Essendo tanti i fiumi esondati e tante le frane e gli smottamenti, il problema è che non riusciamo a coprire tutte le situazioni» ha dichiarato il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. In città comunque «non ci sono dispersi, abbiamo persone salite ai primi piani» riferisce il sindaco, «stiamo seguendo tutti e non abbiamo particolari problemi in questo momento da rilevare rispetto all`incolumità delle persone».
Per quanto riguarda l`area metropolitana, ci sono «molte persone evacuate, paesi interamente allagati, argini rotti». In provincia, insomma, la situazione è «sicuramente molto più seria», sia nella parte di pianura che nell`area montana, dove si registrano molte frane, con «moltissime strade chiuse e diversi ponti purtroppo crollati».
In tanto il Terzo Settore pensa agli "ultimi". Per i senzatetto, messi in difficoltà dall`evento, non è stata prevista nessuna misura straordinaria, se non l`apertura anche diurna di un dormitorio, il Beltrame. «Stanotte abbiamo distribuito coperte e tè caldo» racconta Simona Cocina, responsabile locale della Comunità di Sant`Egidio, che li ha trovati «particolarmente affamati, per la difficoltà nel raggiungere le mense».
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[ Chiara Pazzaglia ]