Zuppi mediatore tra Russia e Ucraina, il Cremlino apre al piano di pace del Papa

L'annuncio di Parolin "L'obiettivo è incontrare i due Capi di Stato"

«Zuppi nella missione sarà interlocutore unico del presidente ucraino Zelensky e di quello russo Putin». Parola del cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin. La dichiarazione del porporato giunge poche ore dopo l`apertura di Mosca all`iniziativa diplomatica del Pontefice, valutata «positivamente», come afferma il Ministero degli Esteri. Con la soddisfazione di Parolin: «Siamo lieti della disponibilità, stiamo ragionando sulle date; la richiesta è di incontrare i due Capi di Stato».
La missione diplomatica vaticana da una settimana ha un nome e un cognome: Matteo Zuppi. Un intermediario evidentemente gradito dal Cremlino. Il cardinale presidente della Cei e Arcivescovo di Bologna è stato scelto dal Pontefice come suo emissario per tentare di disinnescare le tensioni e gli scontri tra Kiev e lo Zar, prima che si registri un`escalation militare planetaria. «E il Santo Padre ha scelto la persona giusta», commenta un alto prelato; «Zuppi è il porporato più mediatore del Collegio cardinalizio, sa parlare e trattare con chiunque, a tutti i livelli».
In questi giorni Oltretevere ma anche a Bologna si lavora per dare vita a una tela che possa schiudere le porte di una disponibilità delle parti in guerra a una tregua e soprattutto a una trattativa. Il Cardinale ha chiesto massima riservatezza su tempi e modalità.

Unica certezza: sarà un lavoro «certosino», afferma un presule, «sul modello Mozambico». Nel 1992, con la Comunità di Sant`Egidio l`allora giovane vice parroco a Trastevere don Matteo Zuppi contribuì a raggiungere un complesso accordo di riconciliazione che mise fine a sedici anni di guerra civile nel Paese del sud dell`Africa. La strategia che seguì, insieme al fondatore di Sant`Egidio Andrea Riccardi, fu di unire «le azioni umanitarie insieme alla continua e paziente ricerca di relazioni tra le fazioni in lotta».
Un altro dettaglio lo ha comunicato lo stesso Zuppi: la missione è «in accordo con la Segretaria di Stato»; dunque il Cardinale avrà piena libertà e allo stesso tempo agirà informando la Terza Loggia. Ma quali messaggi veicolerà per avvicinare Mosca a Kiev? Un monsignore osserva che il 21 febbraio scorso, all`Università Roma Tre, Zuppi raccontava di avere «riletto un`intervista di Henry Kissinger», aggiungendo: «Credo che abbia ragione: disse, adesso bisogna cominciare almeno un dialogo esplorativo, altrimenti c`è il nucleare». Inoltre, è «ovvio che c`è un aggressore e un aggredito e che serve la pace come la giustizia». Ma occorre «credere che la pace è sempre possibile, difficile ma possibile». - 
 

[ Domenico Agasso jr ]