I dati del Report Caritas nell'Isola al centro del focus della Cesi
L'incontro Di Paola, Paruzzo, Redaelli, Abramo, Accolla e Raspanti
A causa della crisi economica post Covid e di un diffuso disagio sociale amplificato dal calo della natalità, dalla fuga dei cervelli e dalla solitudine, la Sicilia si conferma fanalino di coda in Italia in tema di povertà e bisogni. A rivelarlo sono i dati emersi dal Report Caritas 2022, al centro del focus "Inclusione e povertà" organizzato dalla Conferenza episcopale siciliana con il patrocinio dell'Ars, tenutosi nell'aula magna del Rettorato.
Sono 1797 le parrocchie distribuite nelle 18 Diocesi dell'Isola, 387 i centri di ascolto che hanno incontrato 29mila persone, facendo fronte a richieste di vario tipo: dagli aiuti alimentari (72%) alla salute (21%), dalla casa (27%) allo sforzo promozionale (21%) tradotto in consulenza legale, supporto socio educativo, richieste di orientamento al lavoro e alla formazione; 35.650 le persone sostenute dai 599 centri di distribuzione e dalle 22 mense per un totale di 608.460 pasti erogati, oltre a 12 empori cui hanno avuto accesso 3224 persone. Per quanto riguarda l'emergenza abitativa sono stati 259 i posti letto disponibili distribuiti nei 15 dormitori e 352 in 107 appartamenti; tra le persone ospitate 527 sono ucraine.
Sul fronte sanitario sono state 2418 le persone assistite nei 13 ambulatori medici, con il sostegno di quattro farmacie solidali e il coinvolgimento di 242 soggetti disabili in attività inclusive. A rivolgersi ai Centri di ascolto dedicati alle pratiche burocratiche (12) sono state 2809 persone, mentre negli 80 centri di supporto scolastico e socio educativo sono stati seguiti 2748 minori; 788 le richieste di orientamento al lavoro effettuate e 107 i tirocini avviati con il coinvolgimento di 64 aziende e 25 istituti penitenziari; 41 i protocolli d`intesa siglati con tribunali, servizi sociali per minorenni e 352 persone impegnate in misure alternative alla detenzione.
Numeri che fanno riflettere, come ha detto nella presentazione il direttore di Caritas Sicilia Giuseppe Paruzzo, convinto che «l'ascolto è il cuore della relazione di aiuto che si instaura con i poveri» e il servizio svolto dai Centri di ascolto sia «il luogo privilegiato in cui si fa esperienza dei bisogni e si cercano soluzioni». Il convegno, moderato dal presidente della CeSi, il vescovo di Acireale mons.Antonino Raspanti, è stato pensato come un dialogo a più voci nel corso del quale la Chiesa ha lanciato un accorato appello alle forze politiche «affinché scendano in campo, creando delle reti efficaci e solide».
Introdotti dai saluti del rettore Salvatore Cuzzocrea e dell'arcivescovo Giovanni Accolla, delegato CeSi per la carità e la salute, anche mons. Carlo Maria Redaelli, vescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana e il presidente della Comunità Sant'Egidio di Catania Emiliano Abramo hanno messo in luce la centralità della persona rispetto alle logiche spesso incomprensibili dei percorsi di inclusione:
"Perché esiste la povertà? Quali sono le cause?". La risposta a queste domande, spiega mons. Redaelli, la troviamo nei poveri, che «attraverso il loro disagio aiutano a comprendere chi siamo». Un'opportunità di conversione dunque perché, sostiene Abramo, «da soli non ci si salva non ci può essere chiesa senza carità». «Apritevi al dialogo propositivo e programmatico con chi vive il disagio e date ai giovani lo spazio che meritano, hanno bisogno di essere ascoltati», ha detto mons. Accolla. A concludere i lavori Nuccio Di Paola, vicepresidente dell'Ars, il quale ha riconosciuto l'urgenza di un'inversione di rotta della politica che deve impegnarsi concretamente nella lotta alla povertà.
Sono 1797 le parrocchie distribuite nelle 18 Diocesi dell'Isola, 387 i centri di ascolto che hanno incontrato 29mila persone, facendo fronte a richieste di vario tipo: dagli aiuti alimentari (72%) alla salute (21%), dalla casa (27%) allo sforzo promozionale (21%) tradotto in consulenza legale, supporto socio educativo, richieste di orientamento al lavoro e alla formazione; 35.650 le persone sostenute dai 599 centri di distribuzione e dalle 22 mense per un totale di 608.460 pasti erogati, oltre a 12 empori cui hanno avuto accesso 3224 persone. Per quanto riguarda l'emergenza abitativa sono stati 259 i posti letto disponibili distribuiti nei 15 dormitori e 352 in 107 appartamenti; tra le persone ospitate 527 sono ucraine.
Sul fronte sanitario sono state 2418 le persone assistite nei 13 ambulatori medici, con il sostegno di quattro farmacie solidali e il coinvolgimento di 242 soggetti disabili in attività inclusive. A rivolgersi ai Centri di ascolto dedicati alle pratiche burocratiche (12) sono state 2809 persone, mentre negli 80 centri di supporto scolastico e socio educativo sono stati seguiti 2748 minori; 788 le richieste di orientamento al lavoro effettuate e 107 i tirocini avviati con il coinvolgimento di 64 aziende e 25 istituti penitenziari; 41 i protocolli d`intesa siglati con tribunali, servizi sociali per minorenni e 352 persone impegnate in misure alternative alla detenzione.
Numeri che fanno riflettere, come ha detto nella presentazione il direttore di Caritas Sicilia Giuseppe Paruzzo, convinto che «l'ascolto è il cuore della relazione di aiuto che si instaura con i poveri» e il servizio svolto dai Centri di ascolto sia «il luogo privilegiato in cui si fa esperienza dei bisogni e si cercano soluzioni». Il convegno, moderato dal presidente della CeSi, il vescovo di Acireale mons.Antonino Raspanti, è stato pensato come un dialogo a più voci nel corso del quale la Chiesa ha lanciato un accorato appello alle forze politiche «affinché scendano in campo, creando delle reti efficaci e solide».
Introdotti dai saluti del rettore Salvatore Cuzzocrea e dell'arcivescovo Giovanni Accolla, delegato CeSi per la carità e la salute, anche mons. Carlo Maria Redaelli, vescovo di Gorizia e presidente di Caritas italiana e il presidente della Comunità Sant'Egidio di Catania Emiliano Abramo hanno messo in luce la centralità della persona rispetto alle logiche spesso incomprensibili dei percorsi di inclusione:
"Perché esiste la povertà? Quali sono le cause?". La risposta a queste domande, spiega mons. Redaelli, la troviamo nei poveri, che «attraverso il loro disagio aiutano a comprendere chi siamo». Un'opportunità di conversione dunque perché, sostiene Abramo, «da soli non ci si salva non ci può essere chiesa senza carità». «Apritevi al dialogo propositivo e programmatico con chi vive il disagio e date ai giovani lo spazio che meritano, hanno bisogno di essere ascoltati», ha detto mons. Accolla. A concludere i lavori Nuccio Di Paola, vicepresidente dell'Ars, il quale ha riconosciuto l'urgenza di un'inversione di rotta della politica che deve impegnarsi concretamente nella lotta alla povertà.
[ Rachele Gerace ]