Quando l'Europa non ha paura

L'incontro di lunedì scorso all'Archiginnasio nella Sala dello Stabat Mater

«La grande occasione. Viaggio nell'Europa che 2 non ha paura» è il titolo del volume (Edizioni Piemme) del giornalista Mario Marazziti, presentato lunedì scorso all'Archiginnasio. Un taccuino che racconta l'accoglienza nata attorno ai corridoi umanitari promossi dalle Comunità di Sant'Egidio di tutta Europa. Insieme svela qualche piccolo segreto per non invecchiare, per rompere le solitudini urbane in una solidarietà creativa.
Proprio nei giorni in cui arrivano le tristi notizie dell`ennesimo naufragio di profughi al largo della Grecia, ma che questa volta ha coinvolto centinaia di persone tra cui numerosi bambini. «È una tragedia immane - ha detto l`Arcivescovo - una cosa che facciamo fatica a misurare e di cui dobbiamo conservare sempre l'orrore e il dolore per episodi come questi. Lì si consuma il tradimento dell'Europa». A proposito del libro il cardinal Zuppi ha poi sottolineato come «aiuti a vincere le paure, ad aprire la porta di casa per accogliere ma anche ritrovare se stessi, e infine racconta di percorsi di legalità e sicurezza come i corridoi umanitari». «L'Europa non sono soltanto i muri - ha concluso - l'Europa è tutta la sua tradizione di accoglienza e di umanesimo e di attenzione all'altro. E questo libro lo racconta come una vita ordinaria».
«Nel mio viaggio in Belgio, Francia e Spagna, Germania, Italia, Andorra - ha detto l'autore Mario Marazziti - sono andato a cercare l'uomo, come Diogene. Ho trovato un'immensa, grandissima umanità di gente comune che, mettendosi insieme nell'accoglienza ha riscoperto il proprio umanesimo, le radici di un luogo e quindi anche l'essere europei. Ma rimane tutto sommerso se continua una narrazione in cui dal da fuori viene l'invasione e vengono solo i nemici. Questa Europa c'è e rinasce anche se ce ne è un'altra in declino».
«Penso che purtroppo in Europa - ha spiegato invece Lucio Caracciolo, direttore di Limes - sia quasi impossibile trovare un punto di compromesso fra le istanze nazionali dei vari Stati membri. La responsabilità effettiva di gestione dei flussi migratori ricadrà sul nostro paese come su ciascun altro membro dell'Unione europea. Prima ce ne rendiamo conto e più possiamo trovare delle soluzioni pratiche».
«Dobbiamo cercare - ha detto il senatore Domenico Delrio - di mettere in campo politiche nazionale di immigrazione e politiche europee di immigrazione che siano non dettate dall'emergenza, dalla pressione, dalle paure, ma che siano dettate da una visione, da una idea di società. Questo libro secondo me che dà spunti fortissimi a chi vuole davvero occuparsi di questo tema». «Accogliere persone che provengono da lontano - ha detto la giornalista Karima Moual - che hanno subito guerre e conflitti, che hanno delle ferite. Insieme, questa è la parola chiave del libro, guarire, diventare cittadini, integrarsi in un'Europa che ha delle radici profonde, delle radici di grande umanità».

 

[ Luca Tentori ]