Le 4 mila famiglie in Italia grazie ai corridoi umanitari

Il libro di Marazziti (Sant'Egidio): il modello dell'immigrazione controllata e le falle nell'accoglienza
«Diciamo che è una specie di Grand Tour Stendhal ma al contrario. Il tema è la ricerca dell'anima dell'Europa, di ciò che siamo diventati noi uomini e donne del Vecchio Continente, induriti, irriconoscibili. Sembra essersi smarrita la capacità di immedesimazione nell'altro. Non dovrebbe minimamente essere in discussione se un bambino, o cento bambini, possano morire affogati nel Mediterraneo. Invece è in discussione...».
Mario Marazziti, 71 anni, saggista ed editorialista in numerose testate tra cui, in passato, il Corriere della Sera, ex parlamentare di Democrazia solidale, portavoce storico della Comunità di Sant'Egidio, co-fondatore della Coalizione mondiale contro la pena di morte, firma questo suo ultimo libro (La grande occasione - Viaggio nell'Europa che non ha paura, Piemme), una inchiesta tra Germania, Francia, Belgio, Italia, Spagna e Andorra proprio dove sono attivi i corridoi umanitari della Comunità di Sant'Egidio. Ovvero quel tipo di immigrazione regolata che permette veri inserimenti per sottrarre nuclei familiari alla fame, alle guerre e alla disperazione attivando meccanismi sociali fecondi e positivi anche per le comunità europee che accolgono.
Avverte Marazziti: «Questo, sia chiaro, non è un libro buonista. Si parla molto di sostituzioni etniche purtroppo ignorando le idee di Hitler, o della teoria complottista creata in Austria nel 2005, il Piano Kalergi, per sostenere che gli immigrati fanno parte di un piano per distruggerci, o di Renaud Camus che dal 2011 rilancia la teoria della "grande sostituzione". In realtà siamo immersi in un altro pericolo. Una vasta sostituzione antropologica che ci fa smarrire la memoria di chi siamo, la nostra identità di europei, la nostra tradizionale attitudine all'empatia e quindi all'accoglienza. Quindi si finisce col perdere noi stessi, col non sapere più perché si vive».
Secondo Marazziti è strutturalmente necessaria una politica che sostenga seriamente l'arrivo di nuove famiglie: «Per cambiare il saldo negativo tra nuovi nati, scesi a meno di 400 mila, e decessi ci vorrebbero due generazioni e un cambiamento radicale di stile di vita». Dunque l'immigrazione controllata che porta in Italia non singoli individui spesso destinati alla marginalità e quindi anche suscettibili di diventare manovalanza per la malavita, ma nuclei strutturati di famiglie.
Racconta Marazziti: «La Comunità di Sant'Egidio opera in due hub, in Libano e in Etiopia. Lì si attivano i corridoi umanitari con accordi internazionali che vedono Sant'Egidio tra gli interlocutori. Le famiglie che chiedono di immigrare hanno storie note: chi decide di accoglierli crea una rete, non necessariamente composta da cattolici ma semplicemente da cittadini desiderosi di aiutare. Si raccoglie denaro, si individuano gli spazi per le nuove case. Questo sistema consente non solo un'accoglienza vera ma anche una rapida integrazione. I bambini vanno subito a scuola. Il capofamiglia trova facilmente lavoro. So di citare una realtà molto ricca, ma a Brescia una famiglia di immigrati ben integrati dopo cinque anni è riuscita ad aprire un mutuo per l'acquisto della casa».
Gli sponsor sociali possono anche essere universitari, e così si realizza anche una formazione professionale di qualità. Dal 2016, spiega Marazziti, i nuclei integrati in Europa con questo sistema sono stati 6.400, di cui 4.000 in Italia. Sono tendenti allo zero, in simili circostanze, i casi che si concludono nella marginalità o nella malavita.
La scheda
• Mario Marazziti è l'autore de «La grande occasione Viaggio nell'Europa che non ha paura»
• ll libro svela il contrasto tra iniziative solidali, per esempio i corridoi umanitari, e le paure del Vecchio Continente
L'autore «È in gioco la ricerca dell'anima dell`Europa, abbiamo smarrito l'empatia verso l'altro»
 

[ Paolo Conti ]