Pavia, in cucina contro la solitudine: alla Scala si aiutano i senza dimora

All'oratorio del rione Scala gli anziani preparano i pasti da distribuire ai senza dimora della città L'iniziativa della Comunità di Sant'Egidio: «Un modo per tenere saldi i legami del quartiere»
«Figli e nipoti crescono così riscopriamo la compagnia dei nostri vicini di casa»
In cucina contro l'isolamento: realtà vissuta ogni giorno da un anziano su tre. Succede ogni sabato al rione Scala, dove i residenti del quartiere si incontrano all'oratorio per mettersi ai fornelli. «Spezziamo così la solitudine della settimana» racconta Maria Benotti della comunità di Sant'Egidio, movimento laico di ispirazione cattolica che – tra le altre cose –si occupa di non lasciare soli gli anziani di Pavia.
Il sabato in cucina ha una doppia finalità sociale: aggregare gli anziani e preparare i pasti per i senza dimora, distribuiti la domenica dalle ronde di volontari.
IL PASSAPAROLA
Il menu è a base di frittate: i cuochi si danno da fare sbattendo le uova, tagliando il formaggio a dadini e la cipolla ad anelli. «L'idea si è diffusa con il passaparola di quartiere – aggiunge Benotti – momenti del genere sono importanti soprattutto d'estate, visto che molte attività sono sospese e la città si svuota. Gli anziani che partecipano hanno modo di incontrare amici, persone che si interessano a loro. Un'opportunità per tenere saldi i legami».
Il sentimento trapela anche dalle parole dei cuochi: «La realtà degli anziani, a volte, è quella di essere un po' più isolati degli altri» racconta Italo Arella, 84 anni. «I figli e i nipoti crescono e com'è giusto prendono la loro strada. Appuntamenti del genere sono un'occasione per fare le cose insieme, sentirsi utili scoprendo la compagnia del proprio vicino di casa». Di fianco a lui c'è Palma Giorgi, 81 anni e origini calabresi: «La sua frittata con le cipolle non si batte» ironizza Benotti. «Quando riesce bene fa piacere» risponde la donna, mentre affetta le cipolle. «Cerco di non mancare all'appuntamento del sabato, è un modo per mantenere le amicizie».
La brigata dell'oratorio è composta da una decina di anziani: «Il caldo scoraggia un po' la partecipazione – aggiunge la referente di Sant'Egidio – e una volta finito all'oratorio andiamo a trovare chi non è venuto». Il menu è deciso dai partecipanti: «Sono gli anziani che portano gli ingredienti secondo il loro gusto. I pasti offerti ai senza dimora sono spesso a base di panini e insaccati così ci siamo sforzati di preparare qualcosa di diverso e, magari, un po` più sano».
Primina Zucca, 90 anni, ha appena finito di sminuzzare i fagiolini lessati. «Adesso passiamo ai wurstel, usiamo solo quelli di pollo e tacchino perché non tutti mangiano quelli di maiale», un precetto imposto dalla religione musulmana. «Io sono stata tra le prime a partecipare, poi la voce si è sparsa e siamo diventati un bel gruppo. Anche se c'è una persona che mi aiuta con le faccende di casa, io vivo da sola. Ho ancora voglia di fare, così partecipo tutte le settimane».
Secondo un report del Sole 24 ore su dati Istat, il 34% degli anziani pavesi vivono da soli, mentre i censimenti parlano di una popolazione sempre più vecchia: il 25% dei residenti in provincia ha più di 65 anni, mentre l'età media è ormai la più alta di Lombardia.
IL PROGETTO VIVA GLI ANZIANI
Per rispondere ai bisogni di una società che invecchia, Sant'Egidio ha avviato il progetto "Viva gli anziani": un monitoraggio attivo della popolazione nei quartieri Mirabello e Scala, dove i residenti sono coinvolti anche negli appuntamenti del sabato all'oratorio. Il servizio prevede visite domiciliari, contatti telefonici e altre iniziative per contrastare l'isolamento sociale.
 
 

[ Silvio Puccio ]