Urgente la mappatura delle fragilità

Le proposte di Sant'Egidio per favorire cura ed assistenza, oltre l'emergenza
Padre Vianelli (Ufficio famiglia CeO: «Proposte pastorali non generiche per la terza e quarta età»
Non dimentichiamo i nonni e gli anziani che con le loro carezze tante volte ci hanno aiutato a rimetterci in piedi, ha detto domenica papa Francesco nell'omelia della Messa dedicata alla Giornata mondiale di quella che una volta era considerata la terza e quarta età. Non dimenticare però non può essere soltanto una sollecitazione ideale. Il richiamo di papa Francesco va diritto alla concretezza delle iniziative pastorali e di quelle sociali. Che cosa si fa per gli anziani che, solo in Italia, sono oltre 14 milioni (quelli oltre 65 anni), pari al 24,1% della popolazione e, tra dieci anni, questa percentuale crescerà ancora del 18 per cento?
Le iniziative pastorali si sono concentrate finora più su eventi, anche di grande rilievo, che su proposte sistematiche e strutturali, come chiede papa Francesco. Mentre a livello sociale si fa grande fatica a distinguere l'impegno assistenziale e della vicinanza umana da quello culturale. Al di là delle tante iniziative fiorite nei Comuni piccoli e grandi, le associazioni che si dedicano in modo sistematico ai nonni offrono - come fanno per esempio Sant'Egidio, Auser, Una mano alla vita, Fondazione Arca - un ventaglio di proposte finalizzate a intercettare bisogni primari, desiderio di condivisione, iniziative per rompere l'assedio della solitudine che spesso pesa sulla quotidianità dei nonni.
Sono circa 8 milioni gli anziani con più di 75 anni che vivono soli, di cui oltre il 60 per cento donne. «La difficoltà di impostare un discorso pastorale sistematico - osserva padre Marco Vianelli, direttore dell`Ufficio nazionale Cei per la pastorale della famiglia - riguarda innanziutto la grande frammentarietà di questa galassia. Una persona di 65 o anche di 70 anni, in buona salute, che magari è ancora impegnata in qualche attività lavorativa, ha esigenze e anche aspettative completamente diverse rispetto a chi ha qualche anno in più, magari qualche problema di salute e scarse relazioni».
Occorre poi distinguere le persone che vivono in coppia, o magari in una famiglia allargata - sempre meno purtroppo - da quelle che vivono sole. Grandi differenze derivano anche dall'età, dalla condizione sociali e culturale, dagli stili di vita. «Sono tutti nonni, magari - osserva ancora il direttore dell'Ufficio famiglia - ma non si possono offrire proposte pastorali indifferenziate a persone con esigenze tanto diverse. Stiamo verificando le strade più opportune per non limitarci a qualche iniziativa generica che avrebbe poco senso».
Anche perché, soprattutto nelle persone più avanti con gli anni, bisogni pastorali, sociali e assistenziali vanno spesso ad intrecciarsi. Lo sa bene la comunità di Sant'Egidio che nel "piano estate 2023" dedicato agli anziani ha sottolineato in modo particolare tre esigenze. La prima, rivolta al governo, riguarda la necessità di varare al più presto i decreti attuativi della legge delega sugli anziani approvata lo scorso 31 marzo che, si fa notare, «può proteggere gli anziani non solo nelle emergenze e favorire la cura e l`assistenza a casa propria». La seconda è indirizzata all'Anci, l'associazione nazionale dei Comuni in Italia, e punta a sollecitare una "mappatura delle fragilità" nei diversi territori. La terza è rivolta a tutti perché si mettano in atto alcune piccole attenzioni per accompagnare meglio le persone anziane. Qualche esempio: se nella cassetta delle lettere dell'anziano solo che abita accanto a te si accumula la posta, verifica se è in casa. Se ha la luce o la tv sempre spente, bussa alla sua porta. Se mentre parlate dà segni di confusione, metti in allarme chi può intervenire. Basta poco per strappare un sorriso.
 
 

 


[ Luciano Moia ]