Pakistan, il dramma dei cristiani

Pakistan, il dramma dei cristiani

Per le vie del mondo
Sono poveri e in minoranza. Si punta alla pace con i musulmani, all'istruzione dei giovani e al dialogo
Quella dei cristiani in Pakistan è una piccola comunità meno di due milioni di persone in un Paese a grande maggioranza islamica che ne conta 220. Vulnerabile, soprattutto perché povera e marginale. I fedeli pakistani, infatti, sono in gran parte eredi dei "fuoricasta" che al momento della drammatica partizione dall'India nel 1947 scelsero di vivere in questo Paese che nasceva come luogo di convivenza tra minoranze. Un ideale che ha incontrato però tanti ostacoli, dovuti anche alla difficile posizione geopolitica, cerniera tra l'Afghanistan e l'India, da cui lo separa un lungo conflitto.

Nei quartieri periferici dove vivono i cristiani - distese di povere case basse, senza sistema fognario - se ne può osservare da vicino l'estrema povertà. Solo il 25% di loro è scolarizzato e un piccolo 0,5% arriva agli studi universitari. Scarsa istruzione e lavori umili spiegano tanto della marginalità, che li rende spesso bersaglio di intolleranza e violenza.
Restituire dignità con l'istruzione è una priorità per la Chiesa pakistana e uno dei primi obiettivi che la Comunità di Sant'Egidio si è posta, dando vita a borse di studio che hanno permesso a più di 500 ragazzi di andare all'università e trovare lavori dignitosi: cresce così una generazione che può dialogare con la maggioranza musulmana.

Nel 2011, un figlio della Chiesa pakistana, Shahbaz Bhatti, divenuto, col sostegno del vescovo di Islamabad, ministro delle Minoranze, fu ucciso da estremisti. La sua eredità non è andata perduta. Anni di dialogo, di solidarietà, di incontro stanno dando i loro frutti. Di fronte alle violenze di Jaranwala, non solo i cristiani ma tutti i leader musulmani del Paese hanno espresso il loro sdegno e il Governo, per la prima volta, ha stanziato fondi per la ricostruzione delle chiese e delle case dei cristiani. Solidarietà e dialogo sono un lavoro di lungo periodo, ma sono la via per la pace.     
 
 

[ Valeria Martano ]