«Su guerra e povertà c'è sintonia tra laici e cattolici»

Confronto tra Riccardi (Sant'Egidio) e Landini (Cgil)
Il percorso avviato con l'iniziativa per lo stop alle armi del 5 novembre 2022 prosegue col corteo del 7 ottobre

 Contro la guerra e le disuguaglianze «tra laici e cattolici c'è una sintonia spontanea, più che un'alleanza», dice Andrea Riccardi. Nata, o forse consolidata, il 5 novembre scorso, alla manifestazione per la pace a San Giovanni organizzata da associazioni, movimenti e Cgil. Il bis il 7 ottobre, all'appuntamento nazionale per la difesa della Costituzione sui temi di lavoro, salute, istruzione, povertà, ambiente e - appunto - pace intesa come ripudio della guerra.
Una sintonia forte, confermata ieri nel dialogo pubblico organizzato dalla Comunità di Sant'Egidio tra il suo fondatore e il segretario della Cgil Maurizio Landini.

Sì, riconosce Andrea Riccardi: «Il 5 novembre abbiamo costruito una sintonia spontanea, più che un'alleanza. L'articolo 11 che ripudia la guerra era il frutto di una cultura di pace nata dopo la guerra mondiale e la Shoah, ma nel XXI secolo è stata messa da parte». Una grande occasione persa è stato il crollo del Muro di Berlino: «Non ci abbiamo lavorato abbastanza, abbiamo lasciato fare all'occidentalizzazione e al mercato».
Oggi allora serve «l'audacia della pace», slogan del recente meeting di Sant'Egidio a Berlino. Almeno, dopo un anno e mezzo di guerra in Ucraina, «è stato cancellato il dogma secondo cui chi parlava di pace era un putiniano». Il dramma, dice Riccardi, «è l'Europa: dobbiamo risvegliare un'opinione pubblica europea che forse non è mai esistita».
Concorda Maurizio Landini: «Abbiamo storie diverse e culture diverse, ma un obiettivo comune, una società non fondata sul profitto. Perché la cultura che porta alla guerra - dice - si fonda anche sullo sfruttamento dei corpi: se muoiono tre lavoratori ogni giorno, è un modello sociale che non funziona e va cambiato. E solo la democrazia e la partecipazione possono cambiare il quadro delle cose». Quindi quella con i cattolici «è una sintonia che deve essere seguita da un lavoro sui territori e con le persone».
Il leader della Cgil contesta la narrazione diffusa di «un mondo invaso da chi scappa dalla guerra e dalle miserie» usata, dice anche, «per non parlare di un altro tema: ogni anno più giovani italiani se ne vanno via dal nostro Paese. Non tornano, spesso assumono ruoli dirigenziali, mentre il nostro Paese invecchia e non investe in innovazione: disperdiamo il nostro capitale umano. Il problema - per Landini - non è chiudere i porti, ma gli aeroporti!».
La richiesta della società civile di un cessate il fuoco e di un negoziato resta inascoltata: «E trovo inaccettabile che l'unica vera iniziativa per cercare una soluzione sia quella del Vaticano, con tutto il rispetto naturalmente, ma questo indica la necessità di un cambiamento vero. La costruzione della pace torni a essere obiettivo dei governi». Pacifisti sognatori? «Io so che intanto dobbiamo seminare, perché un giorno si possa raccogliere un altro mondo possibile».
 

[ Luca Liverani ]