Ripartire dagli ultimi

Ripartire dagli ultimi

Il libro di monsignor Paglia sulle riforme più urgenti per la terza età

Oggi, in Italia, le persone che hanno un'età maggiore di 65 anni sono 14 milioni. E circa «100.000 tra loro vivono in casa da soli, con redditi non superiori ai 600 euro, con difficoltà motorie e senza aiuto alcuno, familiare, privato o pubblico». È partito da questi dati monsignor Vincenzo Paglia, presidente della Pontifica accademia per la vita (Pav), presentando stamani a Roma, presso la Sala Caduti di Nassirya di Palazzo Madama, il suo libro "L'età grande: la nuova legge per gli anziani" (edizioni Lswr-Edra, no pagine, 11,90 euro).
L'evento ha offerto al presule - in quanto presidente della Commissione per l'attuazione della riforma dell'assistenza sanitaria e sociosanitaria della popolazione anziana, stabilita dal ministero della Salute - l'occasione di offrire anche alcune linee-guida per il sostegno e l'accompagnamento più urgente degli over 65. Alla presentazione hanno preso parte, tra gli altri, il professore Leonardo Palombi, segretario della medesima Commissione; il senatore Francesco Zaffini, presidente della decima Commissione permanente per gli Affari sociali, sanità, lavoro pubblico e privato, previdenza sociale; il viceministro del Lavoro, Maria Teresa Bellucci; l'onorevole Roberto Pella della quinta Commissione per il Bilancio, il tesoro e la programmazione, e la dottoressa Anna Lisa Mandorino, segretario generale di Cittadinanzattiva.
Nel suo intervento, il presidente della Pav ha ricordato la legge 33/2023, approvata lo scorso marzo, che «inaugura una grande riforma dell'assistenza agli anziani», in quanto apre a «una vera "presa in carico" sul territorio, attraverso il continuum assistenziale, in particolare tra l'assistenza domiciliare integrata sociale e sanitaria e i centri diurni e la lungo degenza non definitiva». Se correttamente avviata, ha spiegato monsignor Paglia, tale riforma non solo «libererà grandi energie», ma renderà possibile realizzare «una vera e propria infrastruttura sociale che finalmente affronta, in unità, crisi demografica, invecchiamento e solitudine».
Esortando, quindi, il governo a investire maggiormente in un simile cambiamento, il presule ha ipotizzato una sperimentazione della riforma per tre anni, in modo da creare «una rete infrastrutturale per il co-housing, per l'assistenza domiciliare integrata con la tecno-assistenza (telemedicina e teleconsulto), connessa con ospedali che abbiano reparti virtuali, ovvero capaci di erogare interventi a distanza, una infrastruttura fatta anche di centri diurni integrati e di centri multiservizi nei piccoli Comuni, per il sostegno anche ai familiari, i primi, ed ai moltissimi anziani senza risorse che vivono soli e in condizioni di grave disagio i secondi». Anche perché tutto questo, ha spiegato ancora monsignor Paglia, consentirebbe di evitare la dispersione delle risorse che, secondo gli ultimi calcoli, supererebbe i dieci miliardi di euro.
Nell'Italia di oggi, ha concluso il presidente della Pav, è quanto mai necessario «procedere ad una risposta strutturale e infrastrutturale che darà agli anziani del Paese le risposte di cui hanno bisogno». Anche perché «le grandi riforme si fanno a partire dagli ultimi».

 

[ Isabella Piro ]