Migranti e povertà, incontro con Riccardi

Migranti e povertà, incontro con Riccardi

Il fondatore della comunità di Sant'Egidio: «I corridoi umanitari, un'ancora di salvezza»
Bellissima esperienza del triennio del liceo, a confronto con Andrea Riccardi, docente universitario, autorevole storico, ministro nel governo Monti e fondatore, nel 1968, della comunità di Sant'Egidio. Quest'ultima, presente in più di settanta Paesi del mondo, opera a livello umanitario in Italia e sul fronte della cooperazione internazionale. Da ministro, Riccardi ebbe la delega proprio per la Cooperazione internazionale e l'Integrazione, lavorando attivamente, tra l'altro, per una missione di pace in alcuni Paesi, come il Mozambico. Il suo mandato, inoltre, si è contraddistinto per una serie di misure volte ad assicurare la coesione sociale, mediante l'accoglienza e l'integrazione degli immigrati in Italia.
Politica che ha continuato a portare avanti anche dopo il 2013, grazie all'impegno della comunità di Sant'Egidio, per la quale questi valori rappresentano i cardini fondamentali.
Durante l'incontro nella sala teatro del nostro Istituto, Andrea Riccardi ci ha raccontato com'è nata la comunità e si è soffermato sull'attuale situazione di emergenza povertà in alcuni Paesi. Ci ha spiegato che le scuole di lingua e cultura e l'impegno internazionale, attraverso i corridoi umanitari, sono il percorso principale per garantire una via legale e sicura di immigrazione.
Tante le domande rivolte. In particolare, si è parlato, oltre che dell'aumento del fenomeno migratorio, di temi quali il dialogo interreligioso, la condizione delle donne in alcuni Paesi e dei bambini nelle aree ancora sottosviluppate, il traffico di esseri umani, la guerra che continua a imperversare in Ucraina (non era ancora scoppiata quella tra Israele e Palestina), tutti argomenti che di solito non destano l'interesse spontaneo di noi giovani, probabilmente per mancanza di informazione e consapevolezza.
Per me e i miei compagni, è stato un incontro utile e formativo, che ha senza dubbio contribuito a farci aprire gli occhi su realtà ignote o sottovalutate. Purtroppo noi giovani non leggiamo i giornali e neanche tanti libri, seguiamo poco i telegiornali. A casa, con le dovute eccezioni, raramente si parla di questi argomenti. Le nostre fonti, a dire il vero, sono per lo più i social, con tutte le fake news che circolano. L`ignoranza e la cattiva informazione possono generare pregiudizi, soprattutto sulle realtà lontane da noi. Abbiamo compreso che dobbiamo stare attenti agli slogan e alla propaganda, che possono essere ingannevoli; meglio documentarci direttamente, come ci ha raccomandato di fare il nostro ospite.  
 

[ Sara Cammarata ]