Natale in 500. Servono braccia per doni e pranzi

La Comunità di Sant'Egidio organizza un Natale dell'accoglienza per 500 persone di diverse nazionalità e religioni. Regali, pranzi e momenti di festa per anziani, senza fissa dimora e bambini del doposcuola gratuito. Un Natale di amicizia e solidarietà.
Sarà il Natale dell'accoglienza quello che la Comunità di Sant'Egidio si appresta a festeggiare. Un Natale che vedrà a tavola 500 persone di nazionalità e religioni diverse, accomunate dalla voglia di fare festa e stare insieme. In 300 nelle periferie pranzeranno nella chiesa del Don Orione, consumando le pietanze preparate dal laboratorio di cucina del carcere; un centinaio di senza fissa dimora saranno all'oratorio di San Primo; altri 200 commensali nella chiesa di Santa Maria Assunta. In questo caso saranno soprattutto anziani che dai tempi della pandemia vengono seguiti dal gruppo.
"Non vogliamo che il Natale sia una festa sporadica – sottolinea Maria Benotti  della Comunità di Sant'Egidio – ma un modo per suggellare un rapporto di amicizia". Ogni ospite a pranzo troverà un regalo, come avviene in tutte le famiglie. Ma tutti questi doni devono essere impacchettati. "Avremo bisogno di una mano – aggiunge Giorgio Musso – per incartare 600 doni. Oltre a quelli consegnati ai pranzi, ci saranno pure i pacchi da portare al Pertusati dove liceali e universitari, probabilmente il 23, si recheranno per un momento di festa con i nonni".
Un altro momento di festa, in questo caso per i residenti del quartiere Crosione, sarà il 16 dicembre con chi partecipa alla Scuola della pace. Sono oltre 150 i bambini e gli adolescenti che frequentano il doposcuola gratuito di Sant'Egidio. "Dopo la pandemia sono aumentati molto – prosegue Musso – tanto che abbiamo dovuto istituire più turni e chiedere altri spazi. Ad aiutarci abbiamo una sessantina di studenti, soprattutto liceali, che seguono i più piccoli". Serviranno altre braccia. 
 
 

[ M.M. ]