L'abbraccio di un colonnato di persone

L'abbraccio di un colonnato di persone

Dopo qualche mese che erano tornati in America, li ho rivisti, grazie ad un collegamento da remoto, per parlare della bellezza che guarisce. Per mesi Richard ed Elizabeth, sposati da qualche anno, avevano pregato ogni giorno per capire cosa fare per superare un momento difficile di incomprensione con la famiglia di origine, aggravato anche dal fatto che Richard aveva perso il lavoro. Nel pregare compresero che era necessario mettersi in cammino per cercare la guarigione del cuore: dovevano intraprendere un “pellegrinaggio di guarigione”, un cammino vero, come gli antichi pellegrini, senza portare nulla.
Erano fiduciosi che solo così avrebbero potuto “guarire dal loro passato”. Nel 2015, decisero di lasciare la loro cittadina nel Minnesota e di affidarsi alla Provvidenza. Avevano una destinazione precisa: Roma, per incontrare Papa Francesco e per chiedergli una preghiera speciale. Con loro portarono l'essenziale. Richard tenne solo un grosso crocifisso che, poi, ha stretto sempre tra le braccia, senza staccarsene mai. A Roma, Richard ed Elizabeth, per anni, hanno dormito per la strada vicino a piazza San Pietro ed è lì che la Comunità di Sant'Egidio li ha incontrati, durante la distribuzione della cena ai tanti poveri della zona. Una sera si sono anche fermati in piazza per partecipare alla nostra preghiera per la pace in Ucraina insieme con molti altri poveri.
Certo, la vita per strada — ricordano i due amici — era molto dura: freddo, pioggia, pregiudizi della gente che ti guarda male, qualche problema con le forze dell'ordine che non volevano che stessero in piazza o che cercassero di parlare con Papa Francesco. Ma loro accettavamo sempre pacificamente quello che accadeva.
Una vita dura — in tanti muoiono per la strada da soli —, difficile, mitigata però dall'amicizia di Sant'Egidio e di diverse parrocchie, che li hanno accettati così come erano. Richard dice con forza: «Se eravamo homeless, cioè senza casa, capimmo che la nostra casa, come per tutti i poveri, è la Chiesa e ci sentivamo accolti da persone che sentivamo familiari veri, che non ci giudicavano». «Abbiamo meditato molto — ricorda Richard — ripercorrendo questi otto lunghi anni passati a San Pietro, condividendo la vita dei tanti che dormivano per strada e l'amicizia con tutti, in uno scenario straordinario e storico. In fondo, abbiamo sperimentato quanto è scritto sui libri di storia dell'arte, che il colonnato di San Pietro, ideato da Bernini, rappresenta plasticamente un abbraccio, quello che cercavamo e che avevamo trovato. Se il colonnato esprime una bellezza irripetibile, il suo abbraccio guarisce chi viene accolto. Poi, nei nostri pellegrinaggi ad Assisi abbiamo compreso meglio quanto quell'abbraccio avesse guarito il lebbroso, ma avesse guarito ancor prima, forse, anche san Francesco, per il quale ciò che era amaro divenne dolce…».
Richard mi guarda di nuovo attraverso lo schermo e si ferma un po' commosso, poi aggiunge: «Una cosa la voglio dire anche su Papa Francesco. Il Papa ha voluto la Chiesa più bella, con le braccia aperte ai poveri, senza però escludere nessuno, anche i ricchi, tutti. Quando partimmo, io e mia moglie avevamo un obiettivo: quello di incontrare lui, il Papa, le cui parole si ispirano al Vangelo della Misericordia e che vuole che tutti si salvino salendo sulla barca di Gesù. Nessuno deve restare indietro o perdersi. Il Papa vuole una Chiesa in uscita, quindi aperta ai poveri: Gesù nacque in una stalla e forse per questo non si è mai scandalizzato dei poveri. Per questo nessuna chiesa dovrebbe rifiutare i poveri. La Chiesa è bella se si apre, altrimenti diventa un museo, proprio come dice spesso il Papa, che sentiamo sempre molto vicino a noi».
Incontrare Papa Francesco personalmente non è stato facile. Ma alla fine, un giorno, nella parrocchia di Santa Maria delle Grazie, Elizabeth e Richard si sono avvicinati a lui, gli hanno dato un loro scritto e un disegno. E si sono messi a piangere. Il Papa li ha ringraziati dicendo che gli voleva bene e che teneva molto a loro, come tiene a tutti coloro che vivono per la strada. Poco tempo dopo hanno rivisto il Papa durante la Giornata dei poveri, una festa in famiglia.
Chiedo ai due amici se il loro pellegrinaggio si sia concluso e se si sentano guariti. Elizabeth mi risponde: «Per i cristiani, il pellegrinaggio continua tutta la vita e nessuno guarisce mai del tutto. Noi siamo partiti da casa perché eravamo molto confusi. Vivevamo in un posto come l'America dove spesso conta più il denaro del Vangelo e tutti ti spingono ad essere autosufficiente e a salvarti da solo. Noi abbiamo imparato ad essere dipendenti e dipendenti da Gesù. Venendo a Roma abbiamo capito qual è il vero Vangelo e siamo grati a Dio che ci ha spinto ad essere poveri a Roma: abbiamo imparato ad essere poveri ed amici di Gesù. Ora siamo tornati a casa e ci siamo anche riconciliati con la famiglia, non solo con noi stessi».
Al termine della nostra conversazione, chiedo: «Ma allora cos'è la bellezza per voi?». Richard sorride ed Elizabeth, ancora una volta, approfitta delle titubanze del marito e risponde: «La bellezza ti guarisce quando sai vedere nel profondo e vedi i poveri molto belli e riesci ad abbracciare ciascuno come fa il colonnato. Quanto è bello… accoglie tanta gente, pellegrini, poveri e poi, a destra, il Papa ha voluto le docce e, a sinistra, una casa bella per accogliere gli anziani che non hanno casa». A quel punto Richard riprende la parola e mi dice: «Grazie per averci adottato e per averci permesso di adottare voi. La bellezza dell'amicizia è un abbraccio che guarisce tutti, come un colonnato fatto di persone». 


[ Carlo Santoro ]