In 300 a Sant'Anna al pranzo di Natale condiviso a Rapallo con i più poveri

In 300 a Sant'Anna al pranzo di Natale condiviso a Rapallo con i più poveri

Pranzo di Natale per 300 offerto da Sant'Egidio
Antipasto, arrosto, ravioli a cura del circolo parrocchiale. Le donne marocchine hanno provveduto al cous cous
Le musiche di Natale che risuonano, i centritavola ricamati, il cibo, quel senso di famiglia che a tanti degli ospiti, nella quotidianità, manca. Così, ieri, si è svolto il pranzo, rivolto a chi non avesse una casa o sia comunque in qualche difficoltà, della comunità di Sant'Egidio, a Rapallo, nella chiesa di Sant'Anna. Proprio dentro alla chiesa parrocchiale, concessa dal parroco, don Jacopo, dopo aver sentito il vescovo Devasini, e non, come in passato, nel grande salone sottostante.
«Il Vangelo dice che Eucarestia e poveri sono la stessa cosa – riflette Sandro Secchi, responsabile di Sant'Egidio a Rapallo – La ripresa di quanto era normale per la Chiesa delle origini è stata nel Natale del 1978, quando don Vincenzo Paglia mise una panca per una ventina di persone nella chiesa di Santa Maria in Trastevere. Anche a Genova, ora, questi pranzi sono spesso all'Annunziata». A quello di Rapallo, hanno partecipato oltre 300 persone, con 280 "amici" di Sant'Egidio, che magari hanno come riferimento le docce messe a disposizione nella "casa dell'amicizia" di via Frantini o la distribuzione dei pacchi alimentari del sabato.
Il numero è segno anche delle necessità che pervadono la città ed i suoi dintorni: «Ho 65 anni, non posso andare in pensione e ho perso il lavoro, dopo una vita tra le navi ed i ristoranti», racconta Piero (nome di fantasia) che ormai è anche un aiutante attivo di Sant'Egidio. «Io ho scelto di non vivere più in casa – racconta Enrico (idem) – quando mi hanno tolto mia figlia, dandola in affido. Non potevo più stare lì. Piuttosto, dormire sui treni». «Il 28–racconta Claudio, volontario – faremo un altro pranzo, a Chiavari, in carcere». «Si tratta di stare insieme, fare famiglia – commenta Katia – Quest'anno, abbiamo avuto anche le signore marocchine, nostre amiche, che hanno preparato il menu a base di cous cous e un'infinità di dolci, ma c'è stata una vera convergenza di solidarietà».
Il Circolo amici di Sant'Anna ha garantito antipasto, ravioli (il suo è dei Volontari del soccorso), arrosto con patate, lo chef Cesare Romeo dell'Hotel Mediterraneo di Santa Margherita ha confezionato 300 porzioni di bavarese e otto torte al cioccolato. Cospicue donazioni di prodotti (magari utili anche per le distribuzioni di pacchi dono dei prossimi giorni) sono arrivate dai panifici Tossini e dal Centro latte Rapallo.
Quanto ai volontari, impegnati, ieri, a mettere i tavoli, apparecchiare, servire, erano davvero in tanti. «Noi ragazzi del gruppo Nassa usufruiamo di questi spazi – dice Michele – ed è bellissimo vederli occupati anche in questa occasione». C'erano anche i giovani delle parrocchie di Rapallo, le suore dell'istituto San Benedetto, qualcuno dell'Avis.
Per Sant'Egidio, volontari nuovi o di lungo corso, come Maria, che racconta: «All'inizio, le persone che vivevano per strada erano dubbiose. Già essere chiamati per nome era strano. Poi, la diffidenza passa, nasce l'amicizia e si allarga la famiglia». «Era un'esperienza che avevo nel cuore da tanto tempo e con un'amica, stavolta, ci siamo spinte a farla – racconta Marta che, invece, era alla prima attività di volontanato con Sant'Egidio – Il senso di una giornata così è coinvolgere quelle persone che non vengono mai chiamate. Ogni persona è chiamata per nome». Con tanto di regalo personalizzato. - 

[ Simone Rosellini ]