Qui i panni sporchi si lavano in amicizia

Qui i panni sporchi si lavano in amicizia

A Torino poche settimane fa sono state inaugurate due "Lavanderie di papa Francesco" dove chi è in difficoltà può fare gratuitamente il bucato. E dove si vive una relazione che non discrimina tra chi aiuta e chi è aiutato
A volte possono bastare quattro lavatrici sistemate sotto un oratorio per aiutare chi è in difficoltà a sentirsi parte di una comunità. A novembre a Torino sono state inaugurate due nuove "Lavanderie di papa Francesco" e una si trova nella parrocchia di San Giorgio Martire, poche fermate di tram da Porta Nuova.
Si tratta di luoghi pensati per offrire gratuitamente pulizia e igiene ma ancor prima dignità. Un servizio rivolto innanzitutto alle persone senza fissa dimora, ma non solo. Le due lavanderie torinesi si aggiungono a quelle aperte a Roma nel 2017 e a Genova nel 2019.
Don Andriy Vakhrushev è parroco a San Giorgio Martire dal 2020, dopo gli anni trascorsi a Roma presso la Comunità di Sant'Egidio, con la quale è stato ordinato sacerdote. È ucraino, mentre il viceparroco è ivoriano.
«Sulla carta», racconta don Andriy, «noi siamo parte di uno dei quartieri più ricchi ed esclusivi della città, la Crocetta. In realtà la presenza di alcune case popolari rende questa zona molto diversa dal resto del territorio».
Dalla parte di chi ha bisogno
La storia di Sant'Egidio, fondata da Andrea Riccardi nel 1968, è legata all'assistenza dei più poveri, quindi non è certo un caso se le due nuove lavanderie donate da papa Francesco sono gestite proprio dal gruppo torinese della Comunità. La seconda lavanderia si trova in via Giolitti, in pieno centro della città, in quelli che erano i locali della Caritas diocesana, già dotati di doccia e mensa per i poveri. A San Giorgio Martire, invece, il servizio è del tutto nuovo e attivo ogni martedì. Sta entrando a regime dopo un rapido rodaggio.
«Si tratta, all'apparenza, di un piccolo servizio», spiega il parroco, «ma dietro c'è un lavoro di relazione e di conoscenza che va avanti da tempo, già da prima che io arrivassi qui. Da molti anni ormai i poveri della Crocetta sanno che in questa parrocchia troveranno ascolto e assistenza».
Se l'aiuto è farsi vicini
La lavanderia di papa Francesco è il tassello di un'attenzione più grande. «Andiamo spesso a visitare le persone che vivono nelle case popolari. Quasi sempre si tratta di famiglie che non sono italiane», prosegue don Andriy. «I problemi ai quali provare a dare risposta sono sempre tanti: il lavoro, la scuola dei figli, gli anziani soli». Così una domenica al mese in parrocchia viene organizzato il "Pranzo dell'amicizia", al quale vengono invitate le persone incontrate nelle varie visite nel quartiere.
«Dobbiamo prima di tutto entrare in relazione con coloro che via via incrociamo», precisa il parroco. «Fa parte del nostro essere della Comunità di Sant'Egidio, non possiamo certo dividerci tra "assistiti" e "operatori"». La fratellanza si ritrova attorno a una tavola imbandita. Questa diventa così l'occasione per conoscersi e per capire quali sono le reali esigenze delle singole famiglie.
Tra le tante piccole e grandi emergenze, torna spesso il problema di chi non riesce più a pagare le bollette e, di conseguenza, vive in case senza elettricità e gas. Serviva un segno tangibile di vicinanza e di assunzione di responsabilità, proprio sulla scia di quanto papa Bergoglio ha scritto nella lettera apostolica Misericordia et misera: «Voler essere vicini a Cristo esige di farsi prossimo verso i fratelli, perché niente è più gradito al Padre se non un segno concreto di misericordia».
Progetto che crescerà
La parrocchia, quindi, risponde: «Vivere senza elettricità, lo possiamo immaginare, è davvero molto complicato. Almeno una lavatrice da mettere in comune, ci siamo detti, può essere utile. Così è nata l'idea di chiedere attraverso Sant'Egidio di essere anche noi parte del progetto "Lavanderie di papa Francesco"». A gestire il servizio sono cinque parrocchiani, che si danno il cambio e che organizzano i turni. Il passaparola ormai è iniziato, il lavoro non manca e, c'è da scommetterci, aumenterà. «Ci stiamo attrezzando», sottolinea don Andriy, «per organizzarci al meglio. Abbiamo coinvolto le famiglie già in contatto con noi, i senzatetto, le famiglie rom che sono sparse in questa parte delle città dopo la chiusura di un campo non lontano da qui. Non ci fermeremo: piano piano allargheremo il nostro raggio d'azione e appena possibile allestiremo anche delle docce, che saranno utili soprattutto per i senza fissa dimora. Ovviamente lavoriamo già ora in sinergia con l'altra lavanderia di via Giolitti per tutto ciò che non riusciamo a gestire noi. C'è ancora molta strada da fare e la faremo».

[ Sante Altizio ]