«Povertà in continuo aumento. La risposta c'è, ma non basta»

«Povertà in continuo aumento. La risposta c'è, ma non basta»

Andrea Chiappori
Il responsabile di Sant'Egidio: «Alle nostre mense anche dai quartieri periferici» La comunità cerca volontari per il grande pranzo di Natale e regali per gli ospiti
Nei giorni in cui migliaia di led illuminano a festa le nostre piazze, facciamo ancora fatica a vedere. Nulla o molto poco sappiamo dei circa settemila commensali che quest'anno si siederanno alle tavolate allestite per Natale dalla comunità di Sant'Egidio in 23 differenti luoghi, tra Genova e la Liguria. E sono solo una parte dell'immenso bisogno che persiste, e cresce. Perché sotto la luce abbagliante del benessere, facciamo fatica a vedere chi resta indietro. E sono sempre di più: i pranzi di Natale di Sant'Egidio, tradizione che la comunità lanciò oltre quarant'anni fa a Roma, e che da quasi altrettanti porta avanti anche a Genova, sono la fotografia di quello che è sotto i nostri occhi, ma che troppo spesso ignoriamo.
Una "fotografia di gruppo" i cui soggetti aumentano di anno in anno, come racconta Andrea Chiappori, responsabile della comunità.
È vero che le settemila persone che parteciperanno ai pranzi di Natale sono solo una parte del bisogno?
«E vero. Oltre a loro - e parliamo di anziani soli, senza dimora, migranti, bambini, disabili, carcerati - ogni mese distribuiamo oltre 5.500 borse viveri alle famiglie. Si tratta di nuclei composti da almeno due o tre persone. Se avessimo invitato tutti, saremmo arrivati a numeri impossibili da gestire. Certo, hanno un tetto e sanno gestire i nostri aiuti, ma sono comunque persone che hanno bisogno».
È dunque peggiorata la situazione economica nelle nostre città?
«Sì. La nostra mensa principale, in via delle Fontane, cinque giorni a settimana dà da mangiare a 700 persone al giorno, con punte di 800 a metà settimana. C'è una base fissa di persone che frequenta la mensa da tempo, ma abbiamo notato un incremento ultimamente che ci ha impressionato: tendenzialmente si sedeva a tavola gente proveniente dal centro città o da zone molto limitrofe. Oggi vengono da Voltri, da Molassana: sono persone che un tempo riuscivano a sopperire al bisogno nei propri quartieri, adesso aggiungono la mensa. È un indicatore di ulteriore impoverimento».
Alla luce del bisogno crescente, riuscite a fornire l'aiuto adeguato?
«C'è una risposta da parte della cittadinanza che dà una certa tranquillità: ci sono tanti volontari, anche in occasioni come i pranzi di Natale. Ma, alla luce delle enormi sfide che dobbiamo affrontare, è ancora insufficiente. I tempi odierni chiedono uno sforzo maggiore: pandemia e guerre hanno dato una lezione che è stata recepita solo in parte. Non è stata una reazione collettiva, anzi: la tendenza del singolo è stata quella di chiudersi nella difesa dei propri piccoli spazi. Pensiamo all'accoglienza dei migranti, o in generale a cosa significa accogliere: è qualcosa che aiuta anche chi aiuta a stare meglio. Invece restiamo per lo più chiusi in antichi schemi».
Può farmi un esempio concreto?
«Penso proprio ai pranzi di Natale, in particolare ad uno che si svolse negli anni Novanta, nella vecchia piccola sede di piazza San Bernardo. Ci aiutarono i ristoratori genovesi che, non solo imbandirono la tavola con ottimo cibo, ma la impreziosirono con posate d'argento e altre meraviglie: sembrava di stare in un ristorante stellato».
Una bella mobilitazione.
«Venne organizzato per una settantina di anziani soli che, di fronte a quello spettacolo, rimasero molto commossi. E nel vedere quella reazione, anche i ristoratori lo furono. E stato uno dei momenti di questo lungo percorso in cui abbiamo capito il valore di questo appuntamento e dell'accoglienza che doniamo tutto l'anno. L`accoglienza colpisce positivamente chi la riceve e chi la fa».
Come è possibile partecipare a queste iniziative e dare una mano alla Comunità?
«Per aiutare come volontari nella preparazione e nel servizio ai pranzi di Natale, occorre compilare il form sul sito Sant'Egidio Liguria, telefonando al numero 010 2468712 o inviando una e-mail. È anche possibile sostenere i pranzi facendo una donazione deducibile fiscalmente (Iban 1T92Y050180140000001 7037243) o tramite PayPal (dal sito Sant'Egidio Liguria). Chi volesse invece contribuire con un regalo nuovo da donare agli ospiti, come ad esempio sciarpe e cappelli, guanti, bigiotteria, prodotti di cosmesi, foulard, giocattoli, borse, profumi, tavolette di cioccolato, pandori e dolci natalizi, lo può fare portandoli fino al 24 dicembre - ogni giorno dalle 10.30 alle 18.30 alla Casetta del Natale sotto l'albero decorato di piazza De Ferrari o in uno degli otto punti di raccolta di Genova e Rapallo. Le reazioni di chi riceve quei doni, nuovi, sono uniche».
Chi troveremo a prestare servizio ai pranzi di Natale?
«C'è davvero chiunque. Ci sono famiglie intere che decidono di festeggiare assieme così, aiutando: quindi arrivano genitori, figli, nonni. Ci sono tanti che purtroppo sono in là con gli anni, senza famiglia e, per non passare quel momento in solitudine, scelgono di dare una mano. E poi tanti giovani che, forse, cercano un significato vero di questo periodo dell'anno. Per chiunque però i pranzi di Natale sono accoglienza: per chi dà e per chi riceve. È un momento per leggere nella crisi la potenzialità, fare squadra per affrontare le sfide dell`esistenza. Insieme».
 
 

[ Alessandra Rossi ]