Pace, migliaia in corteo «L'intelligenza artificiale non escluda i più fragili»

Pace, migliaia in corteo «L'intelligenza artificiale non escluda i più fragili»

Etica e hi-tech tra i temi della marcia contro guerre e discriminazioni. Appello di un prof di Ingegneria: «Utilizziamo la tecnologia per unire»

Un arcivescovo, un docente universitario di ingegneria e, come ogni anno, centinaia di ragazzi delle scuole portati dalla Comunità di Sant'Egidio. La tradizionale marcia per la Pace del Primo dell'anno a Genova si è svolta sul filo del discorso dedicato da papa Francesco al tema dell'intelligenza artificiale e i suoi usi positivi o distruttivi.
In basilica e in strada migliaia di persone, 4.000 secondo gli organizzatori al culmine del corteo, con i cartelli dei tanti Paesi in guerra o tormentati dalle violenze, Lo striscione rosso «La pace è il futuro» è alzato da un gruppo di bambini iracheni, siriani ed ucraini, giunti in Italia con i corridoi umanitari di Sant'Egidio. «La Giornata della Pace è diventata una tradizione per questa città - commenta il responsabile di Sant'Egidio in Liguria Andrea Chiappori - ma noi tutti abbiamo la responsabilità di non lasciarla appassire».
Dopo l'esibizione del coro delle voci bianche del Teatro Carlo Felice, il docente di Elettronica all'Università di Genova ed esperto di Cyber security Rodolfo Zunino, ha commentato il messaggio del Papa parlando da accademico e da cristiano. «Mi occupo di intelligenza artificiale da trent'anni e non avrei mai creduto che ne avrebbe parlato un Papa - premette a margine dell'incontro - il discorso di Francesco non è solo concreto, è preciso anche nell'uso dei termini scientifici. Sottolinea non solo i pericoli dell'uso di queste tecnologie a scopo distruttivo, ma anche l'ulteriore gap che si crea tra chi ha la possibilità di usarle e chi non lei ha. E l'Europa, in questa nuova sfida, rientra tra i secondi».
Tutto parte dal documento di papa Francesco pubblicato proprio in vista della giornata mondiale della pace. «Il mondo non ha proprio bisogno che le nuove tecnologie contribuiscano all'iniquo sviluppo del mercato e del commercio delle armi, promuovendo la follia della guerra - il testo papale - Così facendo, non solo l'intelligenza, ma il cuore stesso dell'uomo, correrà il rischio di diventare sempre più artificiale». E poi: «Non possiamo nemmeno ignorare la possibilità che armi sofisticate finiscano nelle mani sbagliate, facilitando, ad esempio, attacchi terroristici o interventi volti a destabilizzare istituzioni di governo legittime». Da qui l'esortazione a «adottare un trattato internazionale vincolante, che regoli lo sviluppo e l'uso dell'intelligenza artificiale nelle sue molteplici forme" e mette in guardia dal "paradigma tecnocratico" e dalla dittatura degli algoritmi».
L'arcivescovo padre Marco Tasca esorta a vigilare: «Stiamo cercando motivi di speranza in un anno difficile. Dobbiamo parlare di questi temi per vigilare contro le discriminazioni, affinché l'intelligenza artificiale non escluda i più fragili ma sia usata come strumento per unire i popoli».
Dopo la conclusione della cerimonia, all'uscita della basilica, cinquecento bambini delle Scuole della Pace di Sant'Egidio aprono la marcia scandita dalla musica della banda di Rivarolo, accompagnati da esponenti delle comunità musulmana ed anglicana. La più piccola partecipante alla giornata è sicuramente Lucia, 40 giorni soltanto, in braccio alla mamma Ilaria Ghidotti, medico del San Martino vicina alla Comunità di Sant'Egidio. «Sono venuta tante volte in questa chiesa anche col pancione  racconta - oggi siamo qui insieme a Lucia nel segno della pace». 

 
 

[ Bruno Viani ]