«Più rapporti con l'Italia. Servono strade e alloggi»

«Più rapporti con l'Italia. Servono strade e alloggi»

Touadera (Repubblica Centrafricana): i russi? Noi aperti a tutti

«Cosa mi aspetto dopo questo vertice? Vorremmo stabilire una cooperazione diretta con l`Italia». Fat, come viene chiamato Faustin Archange Touadera, dal 2016 è presidente della Repubblica Centrafricana, piccolo stato al centro del continente, con 6 milioni di abitanti tra i più poveri al mondo. Un Paese di cui l'Occidente si è accorto dopo che è diventato il più grande avamposto della Russia in Africa.
Fat ci riceve prima del vertice nella sede della Comunità di Sant'Egidio. Proprio qui sette anni fa è stato firmato l'accordo di pace tra il governo e 13 gruppi ribelli, alla
presenza di rappresentanti Onu, Ue e del governo Italiano. Ma il «presidente della pace», che ha preso le redini di un Paese in guerra ed è riuscito a pacificarlo (non del tutto) «grazie alla mediazione discreta e efficace di Sant'Egidio», non ci sta a essere definito anche «il presidente ostaggio di Mosca». Eppure guida dal 2016 lo Stato che ha sperimentato per primo la presenza delle forze russe. «Nel 2017 ho chiesto aiuto, i russi sono stati gli unici a rispondermi» dice. Nel 2020 lo hanno salvato da un golpe.
Il modello "supporto militare in cambio di risorse" è stato testato qui, lontano dai riflettori del mondo, e poi esportato. Ora il progetto di costruire a 6o km dalla capitale, Bangui, la prima base militare di Mosca nella regione segnerebbe un upgrade della penetrazione russa in questo Paese laboratorio. «Ma Touadera non è in Italia per parlare di questo», dice il suo consigliere.
Signor presidente, dopo il supporto per la pacificazione, a che tipo di cooperazione con l`Italia è interessato il suo Paese?
«Pensiamo alle infrastrutture, settore in cui l'Italia ha molte competenze e di cui abbiamo molto bisogno: strade, edifici, alloggi. Il nostro Paese ha una vocazione agricola, ma è un'agricoltura di sussistenza: dobbiamo ammodernare i nostri metodi, meccanizzarli. Penso a uno scambio "win win", vantaggioso per entrambe le parti. Anche nel settore minerario...».
Ma questo settore è dominato dai russi.
«No, questa è disinformazione. La cooperazione in questo campo è aperta a tutti i Paesi. Abbiamo un codice delle miniere che definisce le condizioni dei permessi di estrazione, il settore è liberalizzato, le regole sono uguali per tutti. Le imprese americane oggi hanno più permessi di tutti nelle nostre miniere: oro, diamante, cobalto, bauxite, minerali strategici».
I russi però ne sfruttano molte senza permessi. Le vostre relazioni con Mosca comunque non vi impediscono di tenere rapporti con gli Usa e ora, di nuovo, anche con la Francia: lei è un pioniere del multilateralismo africano. I critici fanno notare però che alla comunità internazionale lei chiede fondi per lo sviluppo, mentre si fa saccheggiare risorse dai russi. Cosa risponde?
«E' disinformazione, noi teniamo alla nostra sovranità, vogliamo poter decidere quale cooperazione portare avanti. E nella cooperazione con i russi noi privilegiamo i nostri interessi. Abbiamo avuto dei momenti molto difficili e la Russia è stata l'unica ad accettare di difenderci. Nel 2016 le forze francesi se ne sono andate, così nel 2017 e nel 2020 quando abbiamo avuto delle difficoltà solo la Russia ha accettato di difendere la democrazia contro i gruppi armati».
L'Africa ha perso fiducia nell'Occidente?
«Noi chiediamo uno sguardo diverso, oggi nessuno Stato per quanto potente può decidere da solo. Se ne è parlato tanto a Roma. Speriamo seguano i fatti».
 


[ Alessandra Muglia ]