Nelle lavanderie di Francesco c'è molto calore

Nelle lavanderie di Francesco c'è molto calore

In quella che un tempo era una corsia del San Gallicano, storico ospedale dermatologico di Roma caduto in disuso, oggi c'è un gruppo di persone
che chiacchiera e fa merenda, aspettando di essere chiamato. Qui si sta al caldo, si fa amicizia e ogni tanto si festeggiano perfino i compleanni, con brindisi, regali e «tanti auguri a te». Poi, dopo un po' di attesa, ciascuno va dove deve andare: può recarsi in lavanderia a riempire lavatrice e asciugatrice di coperte e abiti sporchi; può scegliere di farsi una doccia o tagliarsi i capelli dal barbiere; può puntare al guardaroba, se ha bisogno di un golf o di un giaccone...
In una sala, volontarie sorridenti, tra scaffali e appendiabili stracolmi, propongono a tutti di scegliere il capo di vestiario preferito, perché anche in povertà estrema è bello mantenere la propria personalità.E perché siamo in una delle "Lavanderie di papa Francesco" (si chiamano così) dove persone in gravi
difficoltà economiche, soprattutto senza fissa dimora, possono prendersi cura dell'igiene personale e di quella dei propri indumenti. Gratis, naturalmente.
La lavanderia di Roma è della comunità di stata la prima, nel 2017, poi ne sono nate a Genova, Torino e proprio qualche giorno fa anche a Napoli. Tutte gestite dalla Comunità di Sant'Egidio. Tutte rifornite di detersivi, saponi, sciampi e rasoi dalla Procter&Gamble, gigante dell'igiene, che ha avuto l'idea di offrire anche il servizio di lava-asciuga perché la maggior parte delle docce per senzatetto, a partire da quelle volute dal Papa sotto il colonnato di San Pietro, consentono di lavarsi, sì, ma non di lavare gli indumenti.
Ed ecco qui il valore aggiunto: dare a chi possiede solo l'abito che indossa la possibilità di curare la sua piccola proprietà. Provvedendo a un bisogno concreto, ma anche restituendo dignità.

[ Antonella Barina ]