I 56 anni di Sant'Egidio, Zuppi: «L'inquietudine della profezia»

I 56 anni di Sant'Egidio, Zuppi: «L'inquietudine della profezia»

L'anniversario
«Questa sera contempliamo l'Evangelii Gaudium, la gioia del Vangelo che diventa ringraziamento per i tanti doni che, attraverso la Comunità di Sant'Egidio, hanno reso luminosa e beata la vita di tanti».
Così il cardinale Matteo Maria Zuppi, presidente della Cei, nell'omelia della Messa presieduta ieri per il 56° anniversario dalla fondazione della Comunità, nella Basilica di San Paolo fuori le mura, a Roma. «Un seme gettato il 7 febbraio 1968», quello di Sant'Egidio, che continua oggi «a dare frutti», ha detto il cardinale davanti ai 5mila fedeli presenti, tra cui il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, dell'Interno, Matteo Piantedosi, della Difesa, Guido Crosetto e della Salute, Orazio Schillaci.
Zuppi ha ringraziato la Comunità perché fa «uscire dall'egocentrismo», e ha sottolineato il ruolo del fondatore Andrea Riccardi, che «non ha mai smesso di credere che la Terra sia una casa comune». «La Comunità - ha concluso - sente l'inquietudine di essere profezia del mondo che verrà. Quella di Sant'Egidio è la scelta per un mondo dove nessuno è straniero». 

[ A.Pal. ]