La Comunità di Sant'Egidio: «Non scordare il dramma»

La Comunità di Sant'Egidio: «Non scordare il dramma»

Due anni senza pace e ora con il rischio di dimenticare. C'è un nuovo conflitto in Medio Oriente e la questione ucraina rischia di finire nella nebbia dell'oblio, nonostante la guerra continui con nuove vittime e nuove distruzioni ogni giorno. La Comunità di Sant'Egidio nel secondo anniversario dell'attacco russo a Kiev ha chiesto non scordare il dramma di una popolazione che ha sempre bisogno di aiuti. Eppure il flusso si sta affievolendo, nonostante un'emergenza umanitaria che si aggrava ogni giorno con oltre 5 milioni di sfollati interni.
Spiega Yuriy Lifanse, responsabile della Comunità di Sant'Egidio in Ucraina, lui stesso sfollato insieme alla moglie e alla figlia a Leopoli: «Abbiamo registrato un calo nelle forniture di beni di prima necessità». La Comunità di Sant'Egidio è presente in Ucraina da 30 anni e in questi due anni di guerra ha ampliato la propria rete di aiuto. Conferma Yuriy Lifanse: «Abbiamo realizzato sotto le bombe un'efficiente rete di solidarietà. Ogni settimane migliaia di pacchi alimentari vengono consegnati alle famiglie degli sfollati e inviati anche nelle regioni meridionali e orientali dove si combatte. In due anni abbiamo raggiunto circa 370mila persone». Ma tutto è stato possibile anche per la catena di solidarietà italiana ed europea con l'Ucraina.
In due anni hanno raggiunto il Paese 127 carichi di aiuti umanitari pari a 2mila tonnellate per un valore complessivo di 23 milioni di euro, frutto della generosità della Comunità. Si tratta soprattutto di cibo, abbigliamento, coperte, prodotti per l'igiene personale e farmaci e materiale sanitario. Migliaia di farmaci salvavita sono stati donati a 209 strutture sanitarie ucraine, mentre aiuti sanitari sono stati forniti a 90 amministrazioni locali, 54 istituti per bambini, anziani e disabili e diversi centri di accoglienza dei profughi soprattutto nelle zone più remote del Paese. I vertici della «Sant'Egidio» a Roma stimano in circa 2 milioni le persone che hanno potuto ricevere farmaci attraverso la rete della Comunità.
Accanto alla distribuzione di generi di prima necessità la Comunità ha aperto scuole pomeridiane di sostegno scolastico, che sono anche occasione per molti ragazzi di sfuggire all'isolamento provocato dalla guerra e di trovare un po' di serenità e amicizia. Denuncia Olga Makar, che coordina tutto il lavoro di quelle che la Comunità chiama «Scuole della pace»: «I bambini non sorridono, spesso sono aggressivi, si chiudono in se stessi. Vanno aiutati». Sono sei i centri di questi tipo aperti in Ucraina, a cui si devono aggiungere altri tre luoghi di smistamento degli aiuti aperti negli ultimi mesi, due a Kiev e uno a Ivano-Frankivsk. A Kiev è stata anche riaperta la sede del movimento giovanile della Comunità che era stato colpita da un missile: ospita anche le cucine per i senza dimora della città, dove ogni sera si preparano pasti che poi vengono distribuiti nelle strade. La Comunità di Sant'Egidio ha accolto inoltre 1.914 profughi in Italia e in altri Paesi europei. 
 

[ Alberto Bobbio ]