Medì, le donne del Mediterraneo chiedono la pace

Medì, le donne del Mediterraneo chiedono la pace

Livorno. Testimonianze femminili al convegno internazionale promosso dalla Comunità di Sant'Egidio
A Livorno si è svolto il convegno internazionale Medì promosso dalla Comunità di Sant'Egidio, con il patrocinio della Regione Toscana e del Comune di Livorno, in collaborazione con la diocesi livornese e con Istoreco. Un appuntamento che da oltre dieci anni coinvolge migliaia di persone per un'alternativa alla «logica», se così si può chiamare, dello scontro. Una rete di amicizie tra città che insieme vogliono dire il loro desiderio di pace, legami stretti intorno alle battaglie per il disarmo, per il soccorso e l'accoglienza di chi fugge i conflitti.
Quest'anno ha visto un omaggio particolare alla «forza debole» delle donne, con l'apertura del convegno in occasione dell'8 marzo e una tavola rotonda dedicate alle «donne del Mediterraneo» al teatro Goldoni. Tra le testimonianze, quella di Philippa Kempson che dal 1989 si è trasferita dal Galles a Lesbo, per aprire un agriturismo ma poi, davanti ai naufragi, ha inventato col marito Eric, i familiari e gli amici, il progetto Hope, per salvare le vite e «salvare la vita non è un crimine». La fantasia dell'amore ha spinto a creare iniziative per aiutare la permanenza mentre si attende asilo in condizioni estreme, come una scuola di pittura.
A Livorno anche il ricordo vivo di Daphne Gamma Galizia, uccisa a Malta dalla criminalità organizzata, nelle parole della sorella giornalista Corinne Vella. Nadia Marzouki, politologa tunisina in esilio, ha sottolineato il ruolo delle città mediterranee nella costruzione e nella ricostruzione di un volto costruttivo e pacifico dell'umanità, ma «si vede un "urbicidio" delle città. In Tunisia le memorie patrimoniali e autoritarie hanno soppresso le memorie democratiche». «Oggi il grande problema è che il tema della pace è cancellato dal nostro orizzonte».
Al convegno internazionale "Medì" delle città mediterranee è intervenuto anche Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant'Egidio, per sottolineare come «fino a ieri abbiamo parlato della pace come una prospettiva sempre da raggiungere, anche in un mondo difficile, conflittuale, ma oggi ci troviamo in una situazione drammatica: ci troviamo in un momento in cui lo strumento della guerra e della violenza è stato riabilitato e ormai le guerre una volta aperte sembra non trovino fine, si eternizzano: questo è un dramma».
Eugenio Giani, presidente della Regione Toscana, ha portato il suo saluto: «Medì, a dieci anni dal suo inizio con la Comunità di Sant'Egidio, onora la Toscana con tante suggestioni nuove nella Livorno senza ghetto e senza mura. Ho ritrovato qui lo spirito della città sul monte che parla al mondo con lo spirito del Mediterraneo, di cui parlava La Pira. La centralità delle città del Mediterraneo è fondamentale per un'azione di pace. Faccio i complimenti alla Comunità di Sant'Egidio per la lungimiranza con cui intreccia questa preziosa rete di relazioni».