Signifredi: “La guerra è la più grande croce del nostro tempo”

Signifredi: “La guerra è la più grande croce del nostro tempo”

Da dove ripartire per ricucire un’epoca lacerata dalla “terza guerra mondiale a pezzi” e dall’esclusione sociale. Lo spiega a Interris.it Massimiliano Signifredi della Comunità di Sant’Egidio

Il mondo contemporaneo vive una vera e propria “passione”. Le sofferenze causate dalle guerre che continuano a scoppiare, l’ultima lo scorso 7 ottobre tra Israele e Hamas, mentre di tante altre, come quella in Siria in corso da 13 anni, non se ne vede la fine. Gli effetti della crisi climatica che colpiscono le popolazioni meno responsabili delle emissioni climalteranti e più vulnerabili, ma impattano anche le nostre società, i nostri ambienti e le nostre economie. L’aumento delle diseguaglianze che si traduce in meno diritti per i più fragili, i più vulnerabili, i penultimi e gli ultimi, che rischiano di essere dimenticati. Le “fiaccole accese nella notte”, per rischiarare queste tenebre odierne, sono i “pezzi di pace” e la “cultura della cura”, spiega a Interris.it Massimiliano Signifredi della Comunità di Sant’Egidio.
L’intervista

Quali sono le “croci” più pesanti di questa epoca?


“La guerra è la più grande croce del nostro tempo ed è all’origine di tante sofferenze. Nel mondo globalizzato poi le guerre coinvolgono non solo i Paesi che le fanno e quelli che le subiscono, ma fanno sentire i loro effetti anche a chilometri di distanza. Basti pensare alle conseguenze della guerra in Ucraina, come l’aumento dei prezzi dei carburanti e dei generi alimentari che colpisce tanti altri Paesi, tra cui molti Stati africani. La guerra genera odio e questo avvelena i rapporti nella società, introducendo l’idea che bisogna sempre schierarsi. Le stesse parole di papa Francesco, che fin dall’inizio della guerra in Ucraina ha invitato ai negoziati e alla pace, vengono male interpretate e a volte respinte”. (continua a leggere)


[ Lorenzo Cipolla ]