Borse di studio universitarie per 16 migranti o rifugiati

Borse di studio universitarie per 16 migranti o rifugiati

Iniziativa di Gesac e Federico II

Avevano fatto domanda in 36. Sono invece 16 i ragazzi selezionati. Studenti rifugiati e migranti, che ieri hanno ricevuto dall'amministratore delegato della Gesac, Roberto Barbieri, le borse di studio che garantiranno loro la prosecuzione degli studi universitari a Napoli, nell'ateneo Federico II. Che con Gesac (la società che gestisce gli aeroporti di Napoli e Salerno) e la Comunità di Sant'Egidio ha lanciato il bando "Sogni che meritano di volare", con lo scopo di offrire un sostegno tangibile a studenti meritevoli provenienti da Paesi in guerra, travolti da carestie o sottoposti a gravi limitazioni dei diritti economici, civili e politici.
«In un momento così complicato nelle relazioni internazionali, l'università ribadisce il suo ruolo di accoglienza - afferma il rettore Matteo Lorito - sedici studenti su 80 mila sembrano pochi, ma sono un segnale importante che veicola l'azione dell'ateneo e il messaggio che vogliamo mandare. Nelle nostre aule vogliamo vedere studenti provenienti da ogni parte del mondo. E siamo certi che le collaborazioni con gli atenei di ogni dove ci potranno condurre verso un futuro meno complicato e conflittuale».
I ragazzi beneficiarii delle borse di studio vengono da Afghanistan, Guinea, Iran, Mali, Nigeria, Senegal, Sudan e Ucraina. E già appartengono alla vasta platea di studenti (oltre la metà degli iscritti alla Federico II) che rientrano nella No Tax Area e dunque non pagano le tasse universitarie. Frequentano i corsi in Biotecnologie mediche, Economia aziendale, Filosofia, Giurisprudenza, Lettere, Medicina, Ingegneria elettronica, Geotecnica, Informatica e Meccanica, Relazioni internazionali e Scienze infermieristiche. «Il nostro contributo - dice Barbieri della Gesac- è davvero una piccola cosa con la quale vogliamo restituire alla città una parte di quello che dalla città riceviamo. Spero sia solo l'inizio. Ed auspico che diventi modello per l'integrazione e l'inclusione, in una sana relazione fra pubblico, privato e terzo settore che, oltre a guardare agli interessi degli studenti, tenga conto delle esigenze reali e indifferibili della società italiana, di cui i giovani migranti e rifugiati rappresentano una grande opportunità di arricchimento e crescita per poter vivere un rinnovato senso di cittadinanza in un Paese aperto alle grandi sfide del mondo».
Non sarebbe stato possibile senza il lavoro intenso della Comunità di Sant'Egidio di Napoli, che col suo responsabile Marco Rossi ringrazia, oggi, «per la generosità e la lungimiranza verso i sogni di questi 16 ragazzi che hanno portato nel nostro Paese le loro passioni e la loro determinazione e rappresentano un valore aggiunto nel sistema Italia. La Comunità di Sant'Egidio crede che il futuro di Napoli passi per la foto di oggi che vede insieme ragazzi di tanti Paesi: Napoli città mediterranea, aperta, interculturale».
La speranza e la gratitudine negli occhi degli studenti che ricevono la borsa fanno dell'iniziativa «un oculato investimento, non un'elargizione» sottolinea lo scrittore Maurizio de Giovanni, presente all'evento. «Io appartengo ad una generazione per la quale studiare era un privilegio. Ed oggi rivedo in questi ragazzi la stessa capacità e forza di volontà. Dovremmo pretendere un mondo in cui queste cose sono normali - aggiunge - e invece solidarietà, supporto al merito e accoglienza sono diventati eccezionali».
I 16 ragazzi premiati fanno parte, spiega il delegato all'inserimento di studenti immigrati e rifugiati Francesco Dandolo, «di una platea di circa 100 studenti. Già da diversi anni abbiamo ragazzi migranti e rifugiati laureati, sia nei corsi triennali sia nei corsi magistrali e già inseriti nel mondo del lavoro. C'è un'enorme disponibilità da parte dei colleghi, che ringrazio».

 

[ Bianca De Fazio ]