PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria della Chiesa
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
gioved? 23 maggio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla lettera di Paolo ai Colossesi 3,18-4,1

Voi, mogli, state sottomesse ai mariti, come si conviene nel Signore. Voi, mariti, amate le vostre mogli e non inaspritevi con esse. Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino. Voi, servi, siate docili in tutto con i vostri padroni terreni; non servendo solo quando vi vedono, come si fa per piacere agli uomini, ma con cuore semplice e nel timore del Signore. Qualunque cosa facciate, fatela di cuore come per il Signore e non per gli uomini, sapendo che come ricompensa riceverete dal Signore l'eredità. Servite a Cristo Signore. Chi commette ingiustizia infatti subirà le conseguenze del torto commesso, e non v'è parzialità per nessuno.

Voi, padroni, date ai vostri servi ciò che è giusto ed equo, sapendo che anche voi avete un padrone in cielo.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

L?invito ad estendere la novità del Vangelo sperimentata nella comunità cristiana ad ogni situazione della vita quotidiana (3,17) porta l?apostolo a considerare il caso della famiglia. In quell?epoca la sottomissione della moglie al marito era vista come espressione dell?ordine naturale. Ma l?apostolo aggiunge “nel Signore” per indicare che il primo rapporto tra uomo e donna è quello segnato dall?amore che viene dal Signore e quindi la sottomissione si capisce come frutto dell?amore vicendevole tra l?una e l?altro. Paolo scende dunque nel profondo dell?essere dell?uomo e della sua tensione di relazione verso l?altro. Alla moglie l?apostolo chiede che abbia un comportamento ben più profondo verso il marito di quello che si ha naturalmente, quindi di comportarsi secondo il Vangelo che ne ha fatto un “fratello” in Cristo. La fraternità cristiana ha scardinato in radice ogni tipo di gerarchia umana. Quel che chiede alla moglie, l?apostolo lo esige anche dal marito. L?apostolo per indicare il “nuovo” rapporto che deve regnare tra i due usa il termine greco agape che indica il vincolo della perfezione (3,14). I coniugi, pertanto, debbono infatti amarsi come Cristo li ama. E così deve avvenire anche con i figli, ai quali Paolo presenta Gesù come modello nell?obbedienza. E ai padri chiede di non usare troppa severità nella correzione con i figli. In sintesi si può dire che l?amore di Cristo deve presiedere i rapporti familiari. Gli stessi schiavi, che facevano parte della famiglia, debbono seguire questa logica evangelica. Anche in questo caso l?apostolo, senza sovvertire l?ordine sociale, lo cambia in radice: esorta gli schiavi a comportarsi secondo il Vangelo, ossia ad agire nel timore del Signore che dà senso e valore alla vita sia del padrone che dello schiavo. Pur restando nel suo stato, lo schiavo riceve quella libertà interiore che gli permette di obbedire al padrone col “cuore”. Non deve però considerarlo al di sopra Gesù, ma nella fraternità evangelica. Tutti, schiavi e padroni, dovranno presentarsi davanti al giudice divino responsabili della propria vita (v. 25). Tutti saremo giudicati sull?amore. Per questo i padroni non debbono abusare dei loro privilegi, ricordandosi di avere anche loro un padrone in cielo che li giudicherà con giustizia.