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Memoria della Chiesa
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Memoria di sant'Antonio delle grotte di Kiev (+1073). Padre dei monaci russi, insieme a san Teodosio, è considerato il fondatore del Monastero delle grotte.
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Libretto DEL GIORNO
Memoria della Chiesa
giovedì 23 luglio

Memoria di sant'Antonio delle grotte di Kiev (+1073). Padre dei monaci russi, insieme a san Teodosio, è considerato il fondatore del Monastero delle grotte.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Io sono il buon pastore,
le mie pecore ascoltano la mia voce
e diventeranno
un solo gregge e un solo ovile.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro dell'Esodo 19,1-2.9-11.16-20

Al terzo mese dall'uscita degli Israeliti dalla terra d'Egitto, nello stesso giorno, essi arrivarono al deserto del Sinai. Levate le tende da Refidìm, giunsero al deserto del Sinai, dove si accamparono; Israele si accampò davanti al monte.
Il Signore disse a Mosè: "Ecco, io sto per venire verso di te in una densa nube, perché il popolo senta quando io parlerò con te e credano per sempre anche a te".
Mosè riferì al Signore le parole del popolo. Il Signore disse a Mosè: "Va' dal popolo e santificalo, oggi e domani: lavino le loro vesti e si tengano pronti per il terzo giorno, perché nel terzo giorno il Signore scenderà sul monte Sinai, alla vista di tutto il popolo. Il terzo giorno, sul far del mattino, vi furono tuoni e lampi, una nube densa sul monte e un suono fortissimo di corno: tutto il popolo che era nell'accampamento fu scosso da tremore. Allora Mosè fece uscire il popolo dall'accampamento incontro a Dio. Essi stettero in piedi alle falde del monte. Il monte Sinai era tutto fumante, perché su di esso era sceso il Signore nel fuoco, e ne saliva il fumo come il fumo di una fornace: tutto il monte tremava molto. Il suono del corno diventava sempre più intenso: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con una voce.
Il Signore scese dunque sul monte Sinai, sulla vetta del monte, e il Signore chiamò Mosè sulla vetta del monte. Mosè salì.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Vi do un comandamento nuovo:
che vi amiate l'un l'altro.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal capitolo 19 dell'Esodo sino al libro dei Numeri, al capitolo 10, il popolo di Israele è accampato al Sinai dove si svolge l'evento fondamentale della sua storia, ossia l'alleanza con il Signore che lo ha liberato dall'Egitto e la consegna delle tavole della Legge. Il brano presenta una serie di temi: la determinazione del ruolo unico rivestito da Mosè, costituito mediatore tra Dio e il popolo, la preparazione del popolo e la manifestazione del Signore. Nel descrivere questo evento senza precedenti, l'autore sacro mette in rilievo i sentimenti di timore suscitati tra gli israeliti dall'apparizione divina. La parola è ciò che stabilisce il legame tra Dio e il popolo. Essa caratterizza da sempre la relazione tra il Signore e l'uomo, fin dalla creazione (Gn 1) e ora diventa determinante e discriminante nell'alleanza che si sta per stipulare. Dio parla, la sua parola è trasmessa a Israele attraverso Mosè, il quale poi riferisce a Dio la risposta del popolo. La mediazione di Mosè è dunque fondamentale ed è in funzione della trasmissione di una parola che ha bisogno di chi la ascolti e la comunichi, perché altrimenti resta indeterminata, come un suono vuoto. Ma oltre la parola c'è anche il vedere, anche se ha tratti paradossali: Israele assiste a una manifestazione impressionante di fenomeni naturali, ma in realtà non vede Dio. Quel che in realtà è chiarissima è l'inaccessibilità di Dio. Egli è il Santo, ossia il separato. Ci sono però i segni della sua presenza, della sua azione, della sua forza di cambiamento. Il suo volto resta inaccessibile, ma non lontano, non estraneo. Egli si rende presente tra gli uomini attraverso la sua parola e i segni che rimandano alla sua presenza. Verrà il giorno in cui scenderà personalmente sulla terra, attraverso la sua Parola che prende la carne, Gesù.