PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei Santi e dei Profeti
Parola di Dio ogni giorno

Memoria dei Santi e dei Profeti

Preghiera per l'unità delle Chiese. Memoria particolare delle antiche Chiese d'Oriente (siro-ortodossa, copta, armena, assira).
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Libretto DEL GIORNO
Memoria dei Santi e dei Profeti
mercoledì 20 gennaio

Preghiera per l'unità delle Chiese. Memoria particolare delle antiche Chiese d'Oriente (siro-ortodossa, copta, armena, assira).


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal primo libro di Samuele 17,32-33.37.40-51

Davide disse a Saul: "Nessuno si perda d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo". Saul rispose a Davide: "Tu non puoi andare contro questo Filisteo a combattere con lui: tu sei un ragazzo e costui è uomo d'armi fin dalla sua adolescenza". Davide aggiunse: "Il Signore che mi ha liberato dalle unghie del leone e dalle unghie dell'orso, mi libererà anche dalle mani di questo Filisteo". Saul rispose a Davide: "Ebbene va' e il Signore sia con te". Poi prese in mano il suo bastone, si scelse cinque ciottoli lisci dal torrente e li pose nella sua sacca da pastore, nella bisaccia; prese ancora in mano la fionda e si avvicinò al Filisteo.
Il Filisteo avanzava passo passo, avvicinandosi a Davide, mentre il suo scudiero lo precedeva. Il Filisteo scrutava Davide e, quando lo vide bene, ne ebbe disprezzo, perché era un ragazzo, fulvo di capelli e di bell'aspetto. Il Filisteo disse a Davide: "Sono io forse un cane, perché tu venga a me con un bastone?". E quel Filisteo maledisse Davide in nome dei suoi dèi. Poi il Filisteo disse a Davide: "Fatti avanti e darò le tue carni agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche". Davide rispose al Filisteo: "Tu vieni a me con la spada, con la lancia e con l'asta. Io vengo a te nel nome del Signore degli eserciti, Dio delle schiere d'Israele, che tu hai sfidato. In questo stesso giorno, il Signore ti farà cadere nelle mie mani. Io ti abbatterò e ti staccherò la testa e getterò i cadaveri dell'esercito filisteo agli uccelli del cielo e alle bestie selvatiche; tutta la terra saprà che vi è un Dio in Israele. Tutta questa moltitudine saprà che il Signore non salva per mezzo della spada o della lancia, perché del Signore è la guerra ed egli vi metterà certo nelle nostre mani". Appena il Filisteo si mosse avvicinandosi incontro a Davide, questi corse a prendere posizione in fretta contro il Filisteo. Davide cacciò la mano nella sacca, ne trasse una pietra, la lanciò con la fionda e colpì il Filisteo in fronte. La pietra s'infisse nella fronte di lui che cadde con la faccia a terra. Così Davide ebbe il sopravvento sul Filisteo con la fionda e con la pietra, colpì il Filisteo e l'uccise, benché Davide non avesse spada. Davide fece un salto e fu sopra il Filisteo, prese la sua spada, la sguainò e lo uccise, poi con quella gli tagliò la testa. I Filistei videro che il loro eroe era morto e si diedero alla fuga.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Saul non riesce a difendere Israele dai filistei. La loro minaccia si incarna nella persona di Golia. Non è definito un gigante solo metaforicamente; è davvero un uomo imponente, il cui aspetto fisico provoca ondate di paura in tutto Israele. Per di più l'armatura è completa: l'elmo, la corazza a scaglie, gli schinieri, il giavellotto e la lancia. È l'archetipo del guerriero, uno di cui più completo non può immaginarsi. Alla statura di Golia e alla sua terribile armatura si accompagnano parole altisonanti: è sicuro di sé. Non c'è dubbio: la sua forza non ha eguali. E Israele ne è intimorito. Ma ecco Davide, l'ottavo figlio di una famiglia lontana, che viene avanti senza dare nell'occhio. La famiglia di Iesse ha già dato tre figli "in servizio" nell'esercito di Saul (v. 13). Davide, ancora troppo giovane, custodiva le pecore. Se viene nel campo è per portare da mangiare. Davide in verità è impaziente di vedere la battaglia. Gli altri sono spaventati e non riescono né a pensare né a parlare; Davide, invece, interroga con atteggiamento sicuro: perché quel filisteo osa sfidare le schiere del Dio vivente (v. 26)? Davide sa che il Signore custodisce Israele. Per lui è impensabile valutare una battaglia prescindendo da Dio. Egli è davvero un uomo "secondo il cuore di Dio" (13,14). La domanda, che appare ingenua, è invece un chiaro rimprovero ai fratelli e infine allo stesso Saul. Davide sa che il Signore è con il suo popolo. Ma Israele non accoglie quanto Davide dice e offre, anzi viene rimproverato da Eliab (vv. 28-30) ed è ignorato da tutti. Si reca quindi dal re. Davide parla con audacia a Saul della sua esperienza e delle sue qualifiche (cfr.16,18); dice come abbia protetto il suo gregge da "un leone o un orso", e sia stato capace di salvare le pecore dagli animali che le avevano assalite (v. 35). Avrebbe trattato quel filisteo come uno di quei predoni che aveva annientato senza paura. La motivazione più forte del coraggio di Davide è che quel filisteo ha sfidato il "Dio vivente", il Dio di Israele, che non deve essere sfidato (v. 36). Davide fa comprendere che è Dio che lo ha liberato dal leone e dall'orso. E sarà quindi Dio a liberarlo dal filisteo. Nel testo nessun altro ha fatto il nome di Dio se non Davide. Non dubita dell'aiuto di Dio. Saul si convince, risponde a Davide e ha anche lui il coraggio di pronunciare il nome di Dio. È come se Davide avesse dato a Saul il coraggio e la fede per parlare di nuovo del Signore. Saul non ha compreso ancora la radicalità della fede di Davide e cerca di suggerire a Davide le convenzioni della guerra (vv. 38-39a, vestirsi con il tradizionale equipaggiamento militare). Israele ha anelato ad avere un re per essere "come le nazioni" (8,5.20) e in risposta alla sua richiesta ha ricevuto Saul. E certamente Saul si equipaggiava per la battaglia proprio "come le nazioni", come il nemico, come il filisteo. Saul vuole che Davide imiti la sua condotta. Davide rifiuta di essere come Saul, come le nazioni, o come il filisteo (v. 39b) e propone una radicale alternativa: solo cinque pietre lisce (v. 40). Ed ecco l'uno di fronte all'altro: da una parte la forza militare e dall'altra la debolezza, il gigante e il ragazzo, colui che confida in se stesso e colui che si affida a Dio. Davide rende testimonianza alla forza di Dio e rivolto al gigante dice con sicurezza: "Il Signore ti darà nelle mie mani" (v. 46). E sconfigge il gigante con una sola pietra: lo abbatte e gli taglia la testa.