Memoria del santo profeta Davide. A lui sono attribuiti alcuni salmi. Da secoli i salmi nutrono la preghiera degli ebrei e dei cristiani. Memoria di san Tommaso Becket (+1170), difensore della giustizia e della dignità della Chiesa.
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Memoria del santo profeta Davide. A lui sono attribuiti alcuni salmi. Da secoli i salmi nutrono la preghiera degli ebrei e dei cristiani. Memoria di san Tommaso Becket (+1170), difensore della giustizia e della dignità della Chiesa.
Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e pace in terra agli uomini che egli ama
Alleluia, alleluia, alleluia !
Salmo 96 (95), 1-3.6
1 Cantate al Signore un canto nuovo,
cantate al Signore, uomini di tutta la terra.
2 Cantate al Signore, benedite il suo nome,
annunciate di giorno in giorno la sua salvezza.
3 In mezzo alle genti narrate la sua gloria,
a tutti i popoli dite le sue meraviglie.
6 Maestà e onore sono davanti a lui,
forza e splendore nel suo santuario.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Oggi facciamo memoria del profeta Davide che ha nutrito la preghiera di una schiera innumerevole di ebrei e cristiani con i suoi salmi. Il Salmo 96 che la liturgia oggi ci fa cantare è tra quelli a lui attribuiti. E ha fatto parte, nella tradizione ebraica, della solenne liturgia del sabato. Il Salmo canta la signoria di Dio sull'universo: il cielo, la terra, il mare, i campi, gli alberi della foresta, le famiglie dei popoli, tutti sono invitati a cantare le lodi al Signore. Per tre volte nel corso del Salmo si ripete l'invito: «Cantate!». Il mondo intero è chiamato a gioire di fronte alla notizia che Dio viene a "governare" e a "giudicare" la terra. Nel Natale queste parole del Salmo ci invitano a contemplare il Signore del cielo e della terra che si è fatto bambino: è lui il Salvatore inviato dal Padre per liberare il mondo dal peccato e dalla morte. Il Vangelo del Natale è Dio che si fa piccolo per starci accanto. È un Vangelo pieno di tenerezza e di forza assieme: è nato un bambino, non un adulto potente o un intrepido guerriero, eppure questo Bambino cambia la storia del mondo. Da quella nascita nulla è più come prima nel mondo, nulla è perduto per sempre, nulla è abbandonato alle forze del male per sempre. È nato il Salvatore! Per questo il Salmo, assieme a tutta la liturgia, ci invita ad «annunciare» e a «narrare» in mezzo ai popoli che «Dio regna» (v. 10). E all'inizio le parole del salmista ci esortano a non fermarci all'annuncio di un momento. C'è bisogno di non cessare mai di comunicare la buona notizia della salvezza di Dio: «Annunciate di giorno in giorno la sua salvezza. In mezzo alle genti narrate la sua gloria, a tutti i popoli dite le sue meraviglie» (vv. 2-3). In effetti il Natale è per il mondo intero, è per tutti i popoli. C'è bisogno oggi che il mondo rinasca a una vita nuova. E la rinascita inizia dal cuore, da quello di ogni credente. Diceva il mistico cristiano, Silesio: «Nascesse Cristo mille volte a Betlemme, ma non nel tuo cuore, saresti perso per sempre». La grotta di Betlemme è il santuario abitato da Dio. A quella grotta si possono applicare le parole del Salmo: «Maestà e onore sono davanti a lui, forza e splendore nel suo santuario» (v. 6). Beati noi se imitiamo quei pastori e quei Magi che lasciano le loro abitudini e si incamminano verso quel bambino e per accoglierlo nel cuore!