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Battesimo del Signore
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Battesimo del Signore

Festa del Battesimo del Signore.
Le Chiese ortodosse che seguono il calendario giuliano festeggiano il Natale del Signore.
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Libretto DEL GIORNO
Battesimo del Signore
domenica 7 gennaio

Omelia

La festa di oggi è come un altro Natale, un'altra Epifania. Oggi è la festa del battesimo, la festa di coloro che lui ha reso figli. Potremmo dire che è la festa del cielo che si apre sulla terra.
Per noi è la terza volta che, in pochi giorni, si aprono i cieli e possiamo ascoltare la voce che ci indica il Figlio prediletto di Dio, il Salvatore nostro e del mondo intero. Si sono aperti i cieli e lo Spirito Santo si è posato su di lui, come una colomba che finalmente trova il suo nido. Si potrebbe dire che la Potenza di Dio ha trovato finalmente la sua casa. Non che prima lo Spirito del Signore non ci fosse. C'era sin dalla creazione, quando «lo spirito di Dio aleggiava sulle acque» (Gen 1,2); e poi ha continuato ad essere presente negli uomini santi e spirituali, nei profeti, nei giusti, nei testimoni della carità, sia d'Israele che delle altre religioni. Ma in Gesù lo Spirito trova la sua dimora piena e definitiva. Infatti, da quel momento inizia un fatto assolutamente nuovo e unico.
Dopo il Battesimo Gesù inizia a parlare. Si potrebbe dire che uscì dall'acqua con una vocazione nuova. Egli, nel giorno del Battesimo, nacque a una nuova vita, a una missione nuova: non ebbe più tempo di pensare a sé, ai suoi cari, alla sua casa, alle sue preoccupazioni di sempre. Appena battezzato Gesù uscì dall'acqua ed ecco si aprirono i cieli e una voce dal cielo disse: «Tu sei il Figlio mio, l'amato: in te ho posto il mio compiacimento». Con la predicazione di Gesù dopo il battesimo, Dio si fa più vicino, il futuro di pace non è più irraggiungibile, la speranza non è finita, l'uomo non è schiacciato sulla terra, non è prigioniero del suo destino. Ognuno di noi diviene figlio, amato e custodito. I discepoli del Signore non diventano autonomi, costretti a confidare sulle loro forze, tristemente autosufficienti, diffidenti e impauriti dell'altro. Essi sono anzitutto figli e di un Padre buono. E hanno tanti fratelli, quelli della fede. E tutti, amati, anzi prediletti.
L'amore di Dio è personale; unico; senza altri fini che quello dell'amore con Lui. Questo è il futuro che Dio rende già presente e che offre a tutti e particolarmente a coloro la cui vita sembra abbia perso ogni valore e importanza. Il cristiano non è mai figlio unico, perché Dio è Padre di tutti. Ciascun battezzato riceve fratelli e sorelle. Ed è chiamato ad esserlo, ossia ad arricchire la fraternità, a tessere l'amicizia, a coltivare la solidarietà. Non è facile essere fratelli e sorelle. Talora sembra più semplice stare da soli. Il cristiano è chiamato ad aprire la vita quotidiana con l'amore, che è di Dio. E la vita diviene santa quando ascoltiamo il Signore, quando l'amicizia ci porta accanto all'altro, quando un anziano solo è sostenuto, quando una lacrima è consolata, quando un povero si sente chiamato per nome ed è aiutato, quando un malato è visitato, quando gesti buoni raggiungono chi è solo e lo fanno sentire amato. Oggi, a tutti noi, tornati bambini al fonte battesimale, generati figli, il Signore non chiede grandi discorsi o promesse, ma solo un cuore capace di farsi volere bene per imparare da Dio, Padre buono, a volere bene a tutti.