Rifugiati sgomberati a Roma: servono soluzioni che non interrompano l'integrazione

La Comunità di Sant’Egidio esprime la sua preoccupazione per la sorte dei rifugiati sgomberati dal palazzo ex Federconsorzi di piazza Indipendenza, a Roma. Si tratta infatti di centinaia di rifugiati, tra cui molte famiglie con bambini e anziani, che si trovano all’improvviso senza un tetto. Occorre che le autorità nazionali e cittadine trovino al più presto una risposta alla situazione che si è venuta a creare, anche con soluzioni diversificate.

È urgente, in particolare per due motivi. Prima di tutto perché lasciare per strada centinaia di immigrati non fa altro che aumentare nella Capitale il numero di quanti – e non sono pochi - non hanno un riparo notturno o vivono in alloggi di fortuna.  In secondo luogo perché, pur nel rispetto della legalità, non è consigliabile interrompere percorsi di integrazione che erano già in corso.

Occorre infatti ricordare che le persone sgomberate, in gran parte etiopi ed eritrei, non sono “irregolari”. Hanno già ottenuto, quasi tutti, il riconoscimento di rifugiati e non pochi già lavorano, come quella donna che ha chiesto di poter tornare nel palazzo per recuperare le medicine che servivano alla signora che assiste come badante durante il giorno.

Si trovino quindi soluzioni appropriate nel rispetto delle persone e per il bene della Capitale che non ha bisogno certamente di situazioni conflittuali ma inclusive, per tutti i cittadini, sia italiani che stranieri.