Il ricordo dei senza dimora che hanno perso la vita a Genova, Bologna e Milano

La poesia di un senzatetto dedicata a Modesta

In Italia sono decine le liturgie in cui Sant'Egidio ricorda chi è morto per strada a causa del freddo e dell'indifferenza. A lei una persona senza dimora ha dedicato una poesia che pubblichiamo in questa pagina. 

BOLOGNA
Sabato 3 Marzo si è celebrata nella Basilica di San Martino la liturgia in memoria di Tancredi e di coloro che hanno perso la vita per strada a Bologna. Nella liturgia, presieduta dall'Arcivescovo Matto Zuppi, sono stati oltre 50 nomi di amici morti in questi anni a causa del freddo e della malattia. Fra loro Tancredi, uno dei primi amici conosciuti in stazione, morto nel 2013 all'età di 69 anni a causa di una malattia nella casetta in cui da poco tempo viveva. Anche grazie a lui la Comunità ha imparato a fermarsi davanti a chi soffre e a riscoprire una nuova umanità. Poi il piccolo David, morto in piazza Maggiore nel 2011 a causa del freddo a soli 23 giorni di vita; Viktor, di origini ucraine, trovato morto tra i suoi cartoni a causa del freddo nel pressi della stazione. E' stata grande la commozione durante la lettura dei nomi e l'accensione delle candele. Mons. Zuppi nella sua omelia ha sottolineato come il ricordo di questi amici sia un atto di giustizia e di amore verso tanti che hanno vissuto per strada fisicamente alle porte delle nostre case ricche aspettando che cadesse qualcosa dalle nostre mense, comeil povero Lazzaro della parabola. Sono tanti, ha ricordato Mons. Zuppi, coloro che aspettano che qualcuno si accorga di loro, e chiedono qualcosa in più rispetto a quello che già si fa. Sembra invece che la nostra società imparato a convivere con tante sofferenze quasi accettandole. Ma Dio non aspetta e corre incontro a noi tutti! E solo l'amicizia, lo stare vicini, è la scelta più seria da fare.
Al termine della liturgia la festa è continuata con un ricco pranzo donatoci da un istituto alberghiero.

MILANO
Domenica 4 marzo, tanti amici di strada si sono ritrovati su invito della Comunità per fare memoria di Modesta e di tutte le persone che sono morte per la durezza della vita in strada a Milano negli ultimi anni. Il primo nome di un lungo elenco pronunciato durante la liturgia è quello di Massimiliano Rovelli, un uomo di 47 anni, deceduto vicino alla stazione Centrale nella notte tra il 26 e il 27 febbraio.
La liturgia festosa, a cui hanno partecipato molte persone che vivono in strada, associazioni che aiutano nella città i senzatetto e tanti amici, ha sintetizzato chiaramente il desiderio di tutti di combattere contro la solitudine che è il vero nemico di chi è più fragile.
Prima della liturgia tanti amici di strada hanno partecipato a un'assemblea in cui si è riflettuto sulla storia della Comunità in occasione del 50' anniversario. I numerosi interventi hanno testimoniato la gratitudine di essere stati accolti in questa famiglia che è veramente per tutti e la volontà di lavorare nella città perché nessuno sia più escluso, nella consapevolezza che nessuno è così povero da non poter aiutare altri.
La giornata si è conclusa con un pranzo che ha raccolto tutti nei locali della Comunità.

GENOVA

 

 

A Modesta

Ti trovarono cosi
vestita di stracci e di paura.

I tuoi occhi socchiusi chiedevano aiuto
e le tue mani fredde, fredde come il cuore degli uomini,
 non incontrarono altre mani.

L’indifferenza, il disprezzo e l'egoismo vinsero su tutto!

Ti lasciarono lì
e il tuo respiro affannoso si spezzò nell'assurdo cinismo dell'uomo!

E da allora tu, figlia della strada, percorri sentieri lontani
ed il cielo che prima ammiravi ormai è la tua casa.

E cammini, cammini, salti sopra alle nuvole,
accarezzi le stelle.

E i tuoi laceri panni sono pieni di luce
e i tuoi occhi sono gocce di mare!

Modestina sei rimasta nel cuore
di chi vive lontano dagli affetti più cari
di chi vive le tue stesse angosce
le tue stesse ansie e paure.

E non credere che il mondo sia cambiato
 inghiottito
dal buio della meschinità!

Dove sei tu è tutto più luminoso
e gli angeli ti fanno compagnia!

Ciao Modesta, i tuoi compagni di sventura ti ricordano.

Lascia libera una nuvola
e conservala per noi!