La "rotta" dei profughi verso il park dell'Appiani «Dormono anche in 40»

La "rotta" dei profughi verso il park dell'Appiani «Dormono anche in 40»

IL CASO
«Il parcheggio dell'Appiani resta un punto di riferimento per i migranti provenienti dalla rotta balcanica. Siamo arrivati a incontrarne anche 40. La città di Treviso, attraverso una sorta di passaparola, è diventata una tappa del loro difficile percorso». A parlare è Valerio Delfino, coordinatore della comunità di Sant'Egidio di Treviso. Il gruppo interviene regolarmente all'Appiani, un paio di volte a settimana, per aiutare le persone in attesa, senza un posto dove andare. Dopo gli sgomberi, il parcheggio è tornato sempre a riempirsi. Oltre a chi si sistema come può vicino alla questura attendendo dei documenti, poi, ci sono molti profughi che non riescono a trovare una casa nella Marca nonostante il permesso di soggiorno in regola e contratti di lavoro a tempo indeterminato. A volte chi affitta preferisce guardare altrove. Anche grazie all'azione della stessa Sant`Egidio, però, qualcosa si sta muovendo.
LE MEDIAZIONI
«Proponendoci come intermediari, abbiamo incontrato persone che hanno offerto una casa a ragazzi profughi, con contratto a tempo indeterminato, che prima non riuscivano a trovare nessuna risposta - rivela Delfino - veniamo visti in qualche modo come garanti. E le esperienze fino a questo momento sono state felici». Due migranti che dormivano in strada, ad esempio, hanno appena trovato una sistemazione a Spresiano. Più in generale, restando in tema casa, per le persone che vivono in povertà resta il nodo degli alloggi popolari.
EMERGENZA SFRATTI
Purtroppo in alcune situazioni al limite, come confermano da Ater Treviso, sembra non esserci altra via rispetto allo sfratto. Uno degli ultimi, a metà aprile, riguardante una signora trevigiana di 53 anni che viveva in viale Francia, zona San Polo, ha visto la resistenza passiva dei militanti del centro sociale Django e del gruppo Caminantes, che dopo un confronto con la polizia in tenuta antisommossa, hanno simbolicamente occupato l'ingresso di Ca' Sugana e interrotto il traffico in via Municipio. «Gli sfratti purtroppo continuano. Ma hanno preso avvio anche progetti che vogliono condurre la gente a non arrivare allo sfratto - sottolinea Mauro Dal Zilio, presidente di Ater Treviso - ricordo che il canone Erp minimo è di 40 euro. E quindi non voglio credere che una cifra simile possa portare a uno sfratto. E' necessario educare la gente a vivere normalmente e a mettere da parte 2 euro al giorno, che sono quelli che servono per pagare l`affitto".
Il riferimento ai nuovi progetti riguarda in particolare l'iniziativa lanciata a Silea. Qui il Comune, assieme a Regione, alla stessa Ater e alla Comunità di Sant'Egidio, ha allestito un cohousing dedicando due appartamenti di via Cendon alle emergenze sociali, cioè a chi ha bisogno di un aiuto temporaneo. Il contratto di locazione a uso gratuito è tra il Comune e Sant'Egidio, che si occuperà del progetto. L'obiettivo stavolta non è solo quello di dare un tetto, ma anche accompagnare le persone in un percorso di educazione alla gestione della casa, alla gestione dei soldi, alla convivenza comunitaria e, in definitiva, all'autonomia.