Francesco ad Assisi con le altre religioni per la pace

All'incontro di Sant'Egidio
A 30 anni dall'intuizione di Wojtyla, papa Bergoglio pregherà con islamici, ebrei, protestanti e ortodossi

Papa Francesco va ad Assisi per la terza volta. Ci era stato il 4 ottobre 2013, per la festa del santo di cui ha preso il nome, e poi lo scorso 4 agosto, per gli 800 anni del Perdono di Santa Maria degli Angeli. Adesso ci torna ancora, il 20 settembre, nell'ultimo giorno del grande incontro interreligioso di preghiera per la pace convocato per la prima volta trent'anni fa da Giovanni Paolo II.
Il tema scelto quest'anno dalla Comunità di Sant'Egidio, che in questi tre decenni ha portato avanti con tenacia e speranza l'intuizione profetica di Wojtyla, è Sete di pace. Religioni e culture in dialogo, un titolo in cui c'è tutto quello che ci dev'essere.
"Sete", perché la pace è un'acqua che spegne il fuoco dell'odio e della guerra, dell'intolleranza e della violenza, della paura e della tentazione di costruire muri. Poi "Religioni e culture", le sole, vere protagoniste di quel cammino - sempre possibile, oggi più necessario che mai - che può portare il mondo alla capacità di risolvere i problemi senza il ricorso alle armi.
Infine, "dialogo". Ha scritto papa Francesco nel messaggio al Meeting di Rimini di quest'anno: «C'è una parola che non dobbiamo mai stancarci di ripetere e soprattutto di testimoniare: "dialogo". Scopriremo che aprirci agli altri non impoverisce il nostro sguardo, ma ci rende più ricchi perché ci fa riconoscere la verità dell'altro, l'importanza della sua esperienza e il retroterra di quello che dice, anche quando si nasconde dietro atteggiamenti e scelte che non condividiamo».
All'incontro parteciperanno 400 delegazioni composte da leader religiosi, politici e sociali. Ci saranno cattolici, protestanti, ortodossi, ebrei, musulmani, buddhisti ed esponenti di altre religioni asiatiche, insieme a rappresentanti delle istituzioni e della cultura provenienti da Paesi colpiti da conflitti, come la Siria o la Nigeria.
Francesco torna ad Assisi per questo. Per ascoltare quella che il presidente di Sant'Egidio Marco Impagliazzo definisce «la grande domanda di pace che sale da chi soffre per la violenza, dalle vittime del terrorismo e da quelle delle troppe guerre in corso».
Francesco torna ad Assisi per ascoltare la voce di chi soffre. E per pregare con le altre religioni il Dio della Misericordia: «Il dialogo interreligioso è una condizione necessaria per la pace nel mondo», ha detto in un videomessaggio per l'intenzione universale di preghiera per il mese di gennaio. «Non dovremmo smettere di pregare per questo e collaborare con chi la pensa diversamente».