Andrea Riccardi: Le guerre di religione sono contro le religioni

La giornata di preghiera ad Assisi
L'evento ha espresso la fede che, al di là dei nostri sforzi, Dio può dare la pace

Papa Francesco è andato ad Assisi assieme a molti leader religiosi cristiani - tra cui il patriarca Bartolomeo I e l'arcivescovo anglicano Welby -, ebrei, musulmani, buddhisti ed esponenti di altre religioni asiatiche. C'erano anche laici umanisti, come Zygmunt Bauman.  Il 20 settembre era l'ultimo giorno di un meeting che ha raccolto esponenti delle religioni, umanisti, gente di cultura attorno al bisogno di pace del mondo: Sete di pace è stato il titolo dell'incontro.
La giornata è stata dedicata alla preghiera, come quella di trent'anni fa, il 27 ottobre 1986, quando - per la prima volta - Giovanni Paolo II pregò con le altre religioni perché il mondo fosse liberato dalla guerra. Francesco ha voluto ricordare quella giornata e il cammino intrapreso in questi anni, quando lo spirito di Assisi è divenuto un fatto di popolo. Lui stesso, a Buenos Aires, ha vissuto lo spirito di dialogo con cristiani di altre confessioni, ebrei, musulmani.
Il 20 settembre ha voluto essere una giornata di pace. E un segno di condivisione delle religioni verso le sofferenze per la guerra, il terrorismo e la violenza. C'erano anche rifugiati e testimoni di situazioni di conflitto. Si sono ascoltate le tante domande di pace. Gli avvenimenti tragici di guerra, specie nella Siria devastata dal conflitto, sono stati presenti in modo particolare. Anzi, si è ricordato alla comunità internazionale come non si possano dimenticare tanti conflitti ancora aperti.
La guerra è terribile, ma quando è fatta in nome dei valori religiosi diventa blasfema. Il Papa ha proclamato con forza che solo la pace è santa, mai la guerra! Chi meglio di tanti leader religiosi per affermare che la «guerra di religione è una guerra contro la religione»? Si potrebbe dire che è stata una straordinaria "scomunica" del terrorismo e della violenza religiosamente ispirati.
La preghiera di Assisi ha voluto essere una protesta contro la guerra, ma ha rappresentato anche una testimonianza di speranza: ha espresso la fede che, al di là dei nostri sforzi, Dio può dare la pace. Questa è la radice della speranza: Dio ascolta la nostra preghiera! I muri dell'impossibile possono cadere. Sono caduti molti muri tra gente di religione diversa. Assisi è stato un rinnovato messaggio di concordia: vivere insieme in pace è possibile. Questo messaggio vuole contagiare le comunità religiose, specie quelle che vivono in zone di guerra, laddove la storia divide od oppone. Vuole disarmare e ammonire i violenti. Da questa preghiera di Assisi del 2016 riparte, con più speranza, il cammino dei cercatori di pace. 


[ Andrea Riccardi ]