Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Lo Spirito del Signore è su di te,
chi nascerà da te sarà santo.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dal libro di Tobia 12,1-22
Quando furon terminate le feste nuziali, Tobi chiamò il figlio Tobia e gli disse: "Figlio mio, pensa a dare la ricompensa dovuta a colui che ti ha accompagnato e ad aggiungere qualcosa d'altro alla somma pattuita". Gli disse Tobia: "Padre, quanto potrò dargli come salario? Anche se gli lasciassi la metà dei beni che egli ha portati con me, io non ci perderei. Egli mi ha condotto sano e salvo, mi ha guarito la moglie, è andato a prendere per me il denaro e infine ha guarito te! Quanto posso ancora dargli come salario?". Tobi rispose: "E' giusto ch'egli riceva la metà di tutti i beni che ha riportati". Fece dunque venire l'angelo e gli disse: "Prendi come tuo salario la metà di tutti i beni che tu hai portati e và in pace". Allora Raffaele li chiamò tutti e due in disparte e disse loro: "Benedite Dio e proclamate davanti a tutti i viventi il bene che vi ha fatto, perché sia benedetto e celebrato il suo nome. Fate conoscere a tutti gli uomini le opere di Dio, come è giusto, e non trascurate di ringraziarlo. E' bene tener nascosto il segreto del re, ma è cosa gloriosa rivelare e manifestare le opere di Dio. Fate ciò che è bene e non vi colpirà alcun male. Buona cosa è la preghiera con il digiuno e l'elemosina con la giustizia. Meglio il poco con giustizia che la ricchezza con ingiustizia. Meglio è praticare l'elemosina che mettere da parte oro. L'elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l'elemosina godranno lunga vita. Coloro che commettono il peccato e l'ingiustizia sono nemici della propria vita. Io vi voglio manifestare tutta la verità, senza nulla nascondervi: vi ho gia insegnato che è bene nascondere il segreto del re, mentre è cosa gloriosa rivelare le opere di Dio. Sappiate dunque che, quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l'attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Così anche quando tu seppellivi i morti. Quando poi tu non hai esitato ad alzarti e ad abbandonare il tuo pranzo e sei andato a curare la sepoltura di quel morto, allora io sono stato inviato per provare la tua fede, ma Dio mi ha inviato nel medesimo tempo per guarire te e Sara tua nuora. Io sono Raffaele, uno dei sette angeli che sono sempre pronti ad entrare alla presenza della maestà del Signore". Allora furono riempiti di terrore tutti e due; si prostrarono con la faccia a terra ed ebbero una grande paura. Ma l'angelo disse loro: "Non temete; la pace sia con voi. Benedite Dio per tutti i secoli. Quando ero con voi, io non stavo con voi per mia iniziativa, ma per la volontà di Dio: lui dovete benedire sempre, a lui cantate inni. A voi sembrava di vedermi mangiare, ma io non mangiavo nulla: ciò che vedevate era solo apparenza. Ora benedite il Signore sulla terra e rendete grazie a Dio. Io ritorno a colui che mi ha mandato. Scrivete tutte queste cose che vi sono accadute". E salì in alto. Essi si rialzarono, ma non poterono più vederlo. Allora andavano benedicendo e celebrando Dio e lo ringraziavano per queste grandi opere, perché era loro apparso l'angelo di Dio.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Ecco, Signore, i tuoi servi:
avvenga a noi secondo la Tua Parola.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Il capitolo 12 inizia con la notazione della onestà e della generosità di Tobi e Tobia verso Azaria-Raffaele. Ma a questo punto è Raffaele a prendere la parola. Li porta in disparte, come a significare che vuole scendere nelle profondità del loro cuore, e manifesta loro la bellezza e la forza della preghiera unita all’elemosina e al digiuno. Non si tratta di semplici esortazioni morali, ma dell’indicazione della via che porta alla salvezza già da ora. È stata la preghiera e la pratica dell’elemosina che li ha protetti e salvati: "Fate ciò che è bene e non vi colpirà alcun male. È meglio la preghiera con il digiuno e l’elemosina con la giustizia, che la ricchezza con l’ingiustizia. Meglio praticare l’elemosina che accumulare oro. L’elemosina salva dalla morte e purifica da ogni peccato. Coloro che fanno l’elemosina godranno lunga vita. Coloro che commettono il peccato e l’ingiustizia sono nemici di se stessi" (vv. 7b-10).
È un insegnamento che va conservato e osservato con grande cura ancora oggi, visto che molti ne hanno smarrito la centralità. C’è bisogno di pregare il Signore non solo per se stessi ma per tutti: l’angelo del Signore porta la nostra preghiera sino all’altare del cielo. E l’elemosina, che mostra l’inizio della misericordia, sarà ricambiata con generosità da Dio: gli angeli ci accompagneranno nel nostro cammino, la gioia dei poveri sarà per noi un viatico di grazia. Non a caso Raffaele rivela la sua identità proprio in rapporto alla preghiera e al digiuno: "quando tu e Sara eravate in preghiera, io presentavo l’attestato della vostra preghiera davanti alla gloria del Signore. Così anche quando tu seppellivi i morti. Quando poi tu non hai esitato ad alzarti e ad abbandonare il tuo pranzo e sei andato a seppellire quel morto, allora io sono stato inviato per metterti alla prova. Ma, al tempo stesso, Dio mi ha inviato per guarire te e Sara, tua nuora" (vv. 12-14). A questo punto rivela anche il suo nome: Raffaele; egli sta alla presenza di Dio e sul suo altare depone la nostra preghiera e le nostre piccole azioni di misericordia. Di fronte all’angelo Tobi e Tobia cadono con la faccia a terra, pieni di timore. Forse dobbiamo riscoprire anche noi il timore e l’attenzione verso coloro che ci accompagnano, come fece l’angelo con Tobia, allontanandoci dalla tentazione di essere angeli a noi stessi. È l’orgoglio luciferino che fece capitolare quegli angeli che volevano essere guide a se stessi. Chi sa riconoscere l’angelo di Dio accanto a sé potrà stare certo che le sue preghiere e le sue opere di amore saliranno al cielo, così come salì Raffaele: "Ecco, io ritorno a colui che mi ha mandato... E salì in alto".