PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Memoria dei Santi e dei Profeti
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Memoria dei Santi e dei Profeti
mercoledì 11 gennaio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro dei Proverbi 1,20-33

La Sapienza grida per le strade
nelle piazze fa udire la voce;
dall'alto delle mura essa chiama,
pronunzia i suoi detti alle porte della città:
"Fino a quando, o inesperti, amerete l'inesperienza
e i beffardi si compiaceranno delle loro beffe
e gli sciocchi avranno in odio la scienza?
Volgetevi alle mie esortazioni:
ecco, io effonderò il mio spirito su di voi
e vi manifesterò le mie parole.
Poiché vi ho chiamato e avete rifiutato,
ho steso la mano e nessuno ci ha fatto attenzione;
avete trascurato ogni mio consiglio
e la mia esortazione non avete accolto;
anch'io riderò delle vostre sventure,
mi farò beffe quando su di voi verrà la paura,
quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore,
quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano,
quando vi colpirà l'angoscia e la tribolazione.
Allora mi invocheranno, ma io non risponderò,
mi cercheranno, ma non mi troveranno.
Poiché hanno odiato la sapienza
e non hanno amato il timore del Signore;
non hanno accettato il mio consiglio
e hanno disprezzato tutte le mie esortazioni;
mangeranno il frutto della loro condotta
e si sazieranno dei risultati delle loro decisioni.
Sì, lo sbandamento degli inesperti li ucciderà
e la spensieratezza degli sciocchi li farà perire;
ma chi ascolta me vivrà tranquillo
e sicuro dal timore del male".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Non basta l’esortazione della sapienza, ormai presentata quasi come una persona. Essa “grida nelle strade, nelle piazze fa udire la voce, nei clamori della città essa chiama, pronuncia i suoi detti alle porte della città”. In questo versetto udiamo l’amore di Dio e la sua passione, perché qualcuno oda la sua voce, che si fa grido, chiamata, esortazione. Che cosa deve fare Dio per noi se non cercare in tutti i modi di farci udire la sua voce e di comunicarci la sapienza della sua parola? Il brano termina insistendo sulla necessità dell’ascolto: “Ma chi ascolta me vivrà in pace, e sarà sicuro senza temere alcun male”. L’ascolto porta pace e sicurezza, mentre la vita è spesso tormentata, perché chi cerca affannosamente il proprio benessere e persegue il proprio interesse è sempre insoddisfatto e non riesce a raggiungere quella pace e serenità del cuore, che si illude di possedere con la ricchezza. Tuttavia tra questi due estremi del brano, il grido dell’inizio e il risultato finale, troviamo l’amara constatazione di Dio di fronte a uomini che non ascoltano se non se stessi: “Vi ho chiamati, ma avete rifiutato, ho steso la mano ma nessuno se ne è accorto. Avete trascurato ogni mio consiglio e i miei rimproveri non li avete accolti”. Bisogna sempre interrogarci sulla propria risposta alla Parola di Dio. Egli insiste con noi, ci parla, ci corregge, come un padre e una madre ci sorregge nelle difficoltà, ci guida verso una vita serena e pacifica. Eppure spesso anche noi prendiamo poco sul serio il suo consiglio, e facilmente umiliamo la sua parola in una vita dominata dall’amore per noi stessi. Viene un momento però in cui non si riuscirà più ad ascoltare. Chi rimanda, chi dice che ascolterà domani, oppure che oggi è preso da se stesso e dai suoi problemi, deve temere l’indurimento del cuore: facilmente lo porterà lontano, fino ad escluderlo dall’amicizia di Dio. Quanto dice il testo non è una minaccia, ma la conseguenza di una vita spesa ad ascoltare se stessi: “…quando come una tempesta vi piomberà addosso il terrore, quando la disgrazia vi raggiungerà come un uragano, quando vi colpiranno angoscia e tribolazione. Allora mi invocheranno, ma io non risponderò, mi cercheranno, ma non mi troveranno”. Quando ci sembra che Dio non ci ascolti, invece di lamentarci, dovremmo chiederci se non è la conseguenza del nostro peccato e del fatto che per troppo tempo non lo abbiamo ascoltato noi e quindi oggi non abbiamo più le parole per rivolgerci a lui.