Memoria della deportazione degli ebrei di Roma durante la Seconda guerra mondiale. Leggi di più
Memoria della deportazione degli ebrei di Roma durante la Seconda guerra mondiale.
Lettura della Parola di Dio
Alleluia, alleluia, alleluia !
Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.
Alleluia, alleluia, alleluia !
Dal primo libro dei Maccabei 3,46-60
Si radunarono dunque e vennero in Masfa di fronte a Gerusalemme, perché nei tempi antichi Masfa era stato luogo di preghiera in Israele. In quel giorno digiunarono e si vestirono di sacco, si sparsero la cenere sul capo e si stracciarono le vesti. Aprirono il libro della legge per scoprirvi quanto i pagani cercavano di sapere dagli idoli dei loro dei. Portarono le vesti sacerdotali, le primizie e le decime e fecero venire avanti i Nazirei, che avevano compiuto i giorni del loro voto, e alzarono la voce al cielo gridando: "Che faremo di costoro e dove li condurremo, mentre il tuo santuario è conculcato e profanato e i tuoi sacerdoti sono in lutto e desolazione? Ecco i pagani si sono alleati contro di noi per distruggerci; tu sai quello che vanno macchinando contro di noi. Come potremo resistere di fronte a loro, se tu non ci aiuterai?". Diedero fiato alle trombe e gridarono a gran voce. Dopo questo, Giuda stabilì i condottieri del popolo, i comandanti di mille, di cento, di cinquanta e di dieci uomini. Disse a coloro che costruivano case o che stavano per prendere moglie, a quelli che piantavano la vigna o che erano paurosi, di tornare a casa loro, secondo la legge. Poi levò il campo e si disposero a mezzogiorno di Emmaus. Giuda ordinò: "Cingetevi e siate forti e state preparati per l'alba di domani a dar battaglia a questi stranieri che si sono alleati per distruggere noi e il nostro santuario. Del resto è meglio per noi morire in battaglia che vedere poi la rovina della nostra gente e del santuario. Il Cielo farà succedere gli avvenimenti secondo quanto è stabilito lassù".
Alleluia, alleluia, alleluia !
Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.
Alleluia, alleluia, alleluia !
L’assemblea del popolo si tenne non a Gerusalemme, ormai occupata dai pagani, bensì a Masfa, una cittadina a 13 chilometri dalla capitale e che era stata fortificata in passato da Asa, re di Giuda, per difendersi contro gli attacchi del regno del Nord (1 Re 15,22) e divenuta anche sede del governatore Godolia, dopo la distruzione di Gerusalemme ad opera di Nabucodonosor (2 Re 25,22-25). La notazione della presenza di un altare sembra giustificare la scelta del luogo per un’assemblea chiaramente di carattere religioso. Infatti, “in quel giorno scrive l’autore sacro digiunarono e si vestirono di sacco, si cosparsero di cenere il capo e si stracciarono le vesti” (vv. 46-47). Era la disposizione dell’intero popolo di porsi davanti a Dio nella loro condizione di povertà e quindi di assoluto bisogno di aiuto dall’Alto. Ed in effetti si dispongono ad ascoltare le Scritture attraverso cui il Signore parla: “aprirono il libro della legge per scoprirvi quanto i pagani cercavano di sapere dagli idoli dei loro dèi” (v. 48). L’autore suggerisce che i Giudei fanno ricorso al libro santo per ricavarne l’auspicio di una celeste benedizione. È l’unico passaggio nella Bibbia in cui si parla di una consultazione mediante l’apertura casuale delle pagine della Scrittura che nel cristianesimo diverrà invece più frequente. I Giudei poi, consapevoli che non potevano vivere lontani dal tempio, cercarono di imitarne i riti portando vesti sacerdotali, primizie e decime da offrire, oltre che invitando anche alcuni nazirei (ossia fedeli che si astenevano dalle bevande alcoliche e dal taglio dei capelli) perché sciogliessero i loro voti come avrebbero fatto nel tempio. Suonarono quindi le trombe e la preghiera comune dell’intero popolo salì verso il cielo. Erano consapevoli che Dio non poteva non ascoltare il suo popolo che si rivolgeva a Lui con fede e ad una sola voce. Anche Gesù sottolinea la forza irresistibile della preghiera comune davanti al Padre che sta nei cieli: “In verità io vi dico ancora: se due di voi si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro” (Mt 18,19-20). Terminata la preghiera comune, Giuda si preoccupò della battaglia imminente. E la sua prima cura fu stabilire un ordine fra i suoi nominando i vari responsabili per gruppi di mille, cento, cinquanta e dieci, come si legge nell’Esodo (18,21-26). E poi scelse i soldati secondo le disposizioni dettate nel Deuteronomio (20,5-8). Con l’esercito si mosse quindi verso Emmaus. Dopo essersi accampati esorta i soldati a sentirsi “figli potenti”, come a sottolineare che solo la consapevolezza di essere “figli” del Signore li rese “potenti” di fronte alla forza del nemico. E poi chiese loro di essere pronti a dare la propria vita per la salvezza del popolo: “È meglio per noi morire in battaglia, che vedere la rovina della nostra gente e del santuario. Però, qualunque sia la volontà del Cielo, così accadrà”. Sono parole che possono rimandarci a quella notte al Getsemani quando Gesù accettò di fare la volontà del Padre, ossia dare la sua vita per tutti.