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sabato 4 giugno

Vigilia di Pentecoste


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Chiunque vive crede in me
non morrà in eterno.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro degli Atti 28,16-20.30-31

Arrivati a Roma, fu concesso a Paolo di abitare per conto suo con un soldato di guardia.
Dopo tre giorni, egli fece chiamare i notabili dei Giudei e, quando giunsero, disse loro: "Fratelli, senza aver fatto nulla contro il mio popolo o contro le usanze dei padri, sono stato arrestato a Gerusalemme e consegnato nelle mani dei Romani. Questi, dopo avermi interrogato, volevano rimettermi in libertà, non avendo trovato in me alcuna colpa degna di morte. Ma poiché i Giudei si opponevano, sono stato costretto ad appellarmi a Cesare, senza intendere, con questo, muovere accuse contro la mia gente. Ecco perché vi ho chiamati: per vedervi e parlarvi, poiché è a causa della speranza d'Israele che io sono legato da questa catena". Paolo trascorse due anni interi nella casa che aveva preso in affitto e accoglieva tutti quelli che venivano da lui, annunciando il regno di Dio e insegnando le cose riguardanti il Signore Gesù Cristo, con tutta franchezza e senza impedimento.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se tu credi, vedrai la gloria di Dio,
dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

È l'ultima pagina degli Atti. Luca, al termine di questo suo libro, descrive la consegna del Vangelo a Roma, capitale dell'Impero. Paolo si trova agli arresti domiciliari in una casa privata, ma non si lascia scoraggiare da questa limitazione. Godendo di una certa benevolenza da parte delle autorità romane, fa venire da lui i rappresentanti della comunità ebraica. E, sebbene molti di essi non accolgano la sua predicazione, non gli sono tuttavia ostili, anzi mostrano una grande tolleranza, ammettendo esplicitamente di non avere nulla contro di lui. Paolo resta in questa casa, situata molto probabilmente vicino al quartiere ebraico, per due anni. La trasforma in un centro missionario. Da quella casa Paolo ha presente l'intera città con il suo milione di abitanti, come aveva in quell'epoca. Era fisicamente "in catene", come scrive, ma svolge un intenso lavoro apostolico: nella casa riceve gente, predica, prega e scrive lettere alle comunità lontane. Nulla, neppure le catene, impedisce all'apostolo di comunicare il Vangelo. A questo punto Luca interrompe bruscamente la narrazione, come a voler dire che di qui inizia la diffusione del cristianesimo nel mondo intero. Da altre fonti sappiamo che verso la fine del secondo anno di permanenza a Roma cambiò il clima politico verso i cristiani e Nerone scatenò una persecuzione, durante la quale sia Pietro sia Paolo vennero uccisi. Luca sottolinea solamente che Paolo con franchezza predica la fede cristiana. Mentre ci prepariamo a celebrare la Pentecoste, ricordiamo che quel giorno a Gerusalemme c'erano anche "stranieri di Roma". Con la predicazione di Pietro e di Paolo quegli stranieri divennero concittadini dei santi.