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Domenica di Pentecoste
Parola di Dio ogni giorno

Domenica di Pentecoste

Domenica di Pentecoste
Memoria di san Bonifacio (+754), vescovo e martire. Annunciò il Vangelo in Germania e fu ucciso durante un viaggio missionario in Frisia. Per gli ebrei oggi è Shavvuot (Pentecoste)
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Libretto DEL GIORNO
Domenica di Pentecoste
domenica 5 giugno

Domenica di Pentecoste
Memoria di san Bonifacio (+754), vescovo e martire. Annunciò il Vangelo in Germania e fu ucciso durante un viaggio missionario in Frisia. Per gli ebrei oggi è Shavvuot (Pentecoste)


Prima Lettura

Dal libro degli Atti 2,1-11

Mentre stava compiendosi il giorno della Pentecoste, si trovavano tutti insieme nello stesso luogo. Venne all'improvviso dal cielo un fragore, quasi un vento che si abbatte impetuoso, e riempì tutta la casa dove stavano. Apparvero loro lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro, e tutti furono colmati di Spirito Santo e cominciarono a parlare in altre lingue, nel modo in cui lo Spirito dava loro il potere di esprimersi.
Abitavano allora a Gerusalemme Giudei osservanti, di ogni nazione che è sotto il cielo. A quel rumore, la folla si radunò e rimase turbata, perché ciascuno li udiva parlare nella propria lingua. Erano stupiti e, fuori di sé per la meraviglia, dicevano: "Tutti costoro che parlano non sono forse Galilei? E come mai ciascuno di noi sente parlare nella propria lingua nativa? Siamo Parti, Medi, Elamiti, abitanti della Mesopotamia, della Giudea e della Cappadòcia, del Ponto e dell'Asia, della Frìgia e della Panfìlia, dell'Egitto e delle parti della Libia vicino a Cirene, Romani qui residenti, Giudei e prosèliti, Cretesi e Arabi, e li udiamo parlare nelle nostre lingue delle grandi opere di Dio".

Salmo responsoriale

Salmo 103 (104)

Manda il tuo Spirito, Signore, a rinnovare la terra.

Benedici il Signore, anima mia!
Sei tanto grande, Signore, mio Dio!
Quante sono le tue opere, Signore!
Le hai fatte tutte con saggezza;
la terra è piena delle tue creature.

Togli loro il respiro: muoiono,
e ritornano nella loro polvere.
Mandi il tuo spirito, sono creati,
e rinnovi la faccia della terra.

Sia per sempre la gloria del Signore;
gioisca il Signore delle sue opere.
A lui sia gradito il mio canto,
io gioirò nel Signore.

Seconda Lettura

Dalla lettera di Paolo ai Romani 8,8-17

Quelli che si lasciano dominare dalla carne non possono piacere a Dio.
Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia. E se lo Spirito di Dio, che ha risuscitato Gesù dai morti, abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi.
Così dunque, fratelli, noi siamo debitori non verso la carne, per vivere secondo i desideri carnali, perché, se vivete secondo la carne, morirete. Se, invece, mediante lo Spirito fate morire le opere del corpo, vivrete. Infatti tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio. E voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: "Abbà! Padre!". Lo Spirito stesso, insieme al nostro spirito, attesta che siamo figli di Dio. E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo, se davvero prendiamo parte alle sue sofferenze per partecipare anche alla sua gloria.

Lettura del Vangelo

Alleluia, alleluia, alleluia !

Se uno non rinasce dall'acqua e dallo Spirito,
non può entrare nel regno di Dio.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal vangelo di Giovanni 14,15-16.23-26

Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, Gli rispose Gesù: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto.

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Lo Spirito del Signore è su di me,
mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Omelia

Il giorno di Pentecoste, cinquanta giorni dopo la Pasqua, gli apostoli "si trovavano tutti insieme nello stesso luogo" (At 2,1). Avevano obbedito a Gesù che, prima di salire al cielo, aveva detto loro: "Voi restate in città, finché non siate rivestiti di potenza dall'alto" (Lc 24,49). Ed ecco la Pentecoste, la festa nella quale gli ebrei ricordavano la consegna delle tavole della Legge a Mosè sul Sinai. Un antico testo ebraico scrive che quando fu consegnata a Mosè la Legge, "la voce di Dio al Sinai si divise in settanta lingue perché tutte le nazioni la potessero comprendere". Quel che allora avvenne in figura, a Gerusalemme iniziava a diventare realtà. Mentre la comunità dei discepoli, con Maria, pregava, un rombo di vento si abbatté sulla casa e la riempì tutta. E con il vento apparvero anche "lingue come di fuoco, che si dividevano, e si posarono su ciascuno di loro". Lo Spirito Santo scendeva su di loro: da quel momento quegli uomini, che erano spaventati e prigionieri di se stessi, furono scossi come da un terremoto. Non si trattava di crolli esteriori, ma di abbattimento di barriere nei cuori e nella mente di quei discepoli. Gesù aveva detto loro: "Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà in mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto". Non posero ostacoli a quelle lingue come di fuoco che si posarono su ciascuno di loro. Così nasceva la missione, una Chiesa in uscita, anche fisicamente, fuori dal Cenacolo. E si trovarono davanti al grande mondo. Appena usciti, infatti, videro che la piazza era piena di gente "di ogni nazione che è sotto il cielo". L'intero mondo stava come ad attenderli. C'erano i rappresentanti di tutti i popoli, che li udirono parlare ciascuno nella propria lingua. Quei popoli si videro non più separati ma uniti. Non sentirono la loro identità minacciata dal Vangelo. Al contrario, la sentirono immersa nella grande famiglia dei popoli e più bella. Il Vangelo aveva iniziato ad abbattere i muri che li separavano. Non si sentivano più stranieri tra loro. Lo Spirito, attraverso l'unità di quel piccolo gruppo di discepoli ripieni dello Spirito, provocò una nuova consapevolezza tra i popoli, una nuova cultura, quella dell'incontro. Era la prima uscita della Chiesa, che da allora è emblematica per tutte le generazioni cristiane. In quel giorno, in quella piazza, iniziò il cammino della Chiesa assieme a tutti i popoli. È come dire che la Chiesa non può non essere globalizzata. Così la Chiesa iniziò la sua missione, cambiando il mondo e avviando una storia nuova. Luca scrive che al termine della predicazione i popoli "si sentirono trafiggere il cuore e dissero a Pietro e agli altri apostoli: che cosa dobbiamo fare fratelli?". E iniziò una nuova fraternità universale.