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Preghiera per i Poveri
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Preghiera per i Poveri

Preghiera per l'unità dei cristiani. Memoria particolare delle comunità cristiane in Africa. Leggi di più

Libretto DEL GIORNO
Preghiera per i Poveri
lunedì 23 gennaio

Preghiera per l'unità dei cristiani. Memoria particolare delle comunità cristiane in Africa.


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Questo è il Vangelo dei poveri,
la liberazione dei prigionieri,
la vista dei ciechi,
la libertà degli oppressi.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dalla lettera agli Ebrei 9,15.24-28

Per questo egli è mediatore di un'alleanza nuova, perché, essendo intervenuta la sua morte in riscatto delle trasgressioni commesse sotto la prima alleanza, coloro che sono stati chiamati ricevano l'eredità eterna che era stata promessa. Cristo infatti non è entrato in un santuario fatto da mani d'uomo, figura di quello vero, ma nel cielo stesso, per comparire ora al cospetto di Dio in nostro favore. E non deve offrire se stesso più volte, come il sommo sacerdote che entra nel santuario ogni anno con sangue altrui: in questo caso egli, fin dalla fondazione del mondo, avrebbe dovuto soffrire molte volte. Invece ora, una volta sola, nella pienezza dei tempi, egli è apparso per annullare il peccato mediante il sacrificio di se stesso. E come per gli uomini è stabilito che muoiano una sola volta, dopo di che viene il giudizio, così Cristo, dopo essersi offerto una sola volta per togliere il peccato di molti, apparirà una seconda volta, senza alcuna relazione con il peccato, a coloro che l'aspettano per la loro salvezza.


 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Il Figlio dell'uomo
è venuto a servire,
chi vuole essere grande
si faccia servo di tutti.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Con il termine "alleanza" (testamento) si esprime un impegno saldo - è il senso dell'uso del termine nella terminologia giuridica - da parte di Dio verso il suo popolo. E la morte di Gesù, avvenuta una volta per tutte, mostra la validità perenne del patto. La croce non è annullata dalla Pasqua. Anzi tutta la teologia cultuale della lettera tende a rappresentare il sacrificio di Cristo come un avvenimento che dura in eterno e che opera continuamente la salvezza. La morte di Gesù era necessaria per la nostra salvezza. L'autore legge nell'aspersione del libro stesso e di tutto il popolo, fatta con il sangue da Mosè sul Sinai, la figura della morte sulla croce. Potremmo dedurre che anche la "parola del Vangelo" dovrebbe essere aspersa con il sangue. È a dire che non è possibile separare il Vangelo dalla croce: la morte di Gesù non è una riparazione necessaria per rimettere i peccati bensì la logica conclusione di un amore che porta a dare la propria vita per la salvezza degli altri. Gesù, attraverso il suo sacrificio ci ha fatto entrare già da ora nel santuario celeste. Quando pertanto nella lettera si parla di realtà "celesti" non si indicano realtà lontane da noi, ma la Chiesa, la comunità dei credenti intesa come una casa di preghiera, di comunione fraterna e di amore per i poveri. L'unicità del sacrificio di Cristo si applica anche alla Chiesa perché è il luogo ove Cristo abita e si manifesta. La Chiesa diviene la primizia della salvezza, nel senso che in lei si realizza già in certo modo quella unità dei credenti appartenenti a tutti i popoli della terra che, in un mondo globale come quello che stiamo vivendo, fa "vedere" già da ora il senso della fraternità universale che prefigura il regno dei cieli che Gesù è venuto a inaugurare sin da ora dalla terra. Questa grande visione della destinazione dell'umanità è l'orizzonte nel quale ogni discepolo di Gesù deve concepirsi. La vita di ciascun credente è racchiusa in questa visione: in lui viviamo, in lui moriamo e con lui risorgiamo alla vita nuova.