PAROLA DI DIO OGNI GIORNO

Preghiera con i Santi
Parola di Dio ogni giorno
Libretto DEL GIORNO
Preghiera con i Santi
mercoledì 8 febbraio


Lettura della Parola di Dio

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi siete una stirpe eletta,
un sacerdozio regale, nazione santa,
popolo acquistato da Dio
per proclamare le sue meraviglie.

Alleluia, alleluia, alleluia !

Dal libro della Genesi 2,4-9.15-17

Queste sono le origini del cielo e della terra, quando vennero creati. Nel giorno in cui il Signore Dio fece la terra e il cielo nessun cespuglio campestre era sulla terra, nessuna erba campestre era spuntata, perché il Signore Dio non aveva fatto piovere sulla terra e non c'era uomo che lavorasse il suolo, ma una polla d'acqua sgorgava dalla terra e irrigava tutto il suolo. Allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente.
Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden, a oriente, e vi collocò l'uomo che aveva plasmato. Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare, e l'albero della vita in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male. Il Signore Dio prese l'uomo e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse.
Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: "Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, nel giorno in cui tu ne mangerai, certamente dovrai morire".

 

Alleluia, alleluia, alleluia !

Voi sarete santi
perché io sono santo, dice il Signore.

Alleluia, alleluia, alleluia !

La Genesi racconta una seconda volta la creazione, quasi a voler ribadire il legame originario dell'uomo e del creato con Dio. L'autore sacro non intende proporre una verità scientifica sulle origini della specie umana o del mondo, quanto affermare che la vita umana è santa perché è opera di Dio e a lui appartiene. L'uomo, ogni uomo, è chiamato a onorarla, a rispettarla, a difenderla e farla fruttare, non certo a viverla solo per se stessi, che equivarrebbe a metterla sotto terra. Certo, solo Dio è il Signore della vita umana, ma l'ha data all'uomo perché fruttifichi per tutti. Questa pagina sembra porre al centro del racconto la preoccupazione di Dio per l'uomo: lo plasma dalla terra, soffia in lui la vita e lo pone nel giardino. La vita viene da Dio, come indica il "soffio" che Dio alita. Quindi Dio affida all'uomo il compito di coltivare il giardino e custodirlo in tutta la sua bellezza. Quanto è prezioso e preveggente questo duplice compito che Dio affida all'essere umano! Innanzitutto l'uomo deve "coltivare" il creato. Il verbo ebraico indica "servire", ma anche "lavorare". L'essere umano è chiamato al servizio di quel giardino, che è la terra, l'universo in cui Dio lo ha posto. Di esso l'uomo si deve prendere cura. Lo deve coltivare perché produca frutti, a beneficio dell'intera famiglia umana. Poi deve "custodire" la terra: non siamo padroni della creazione per piegarla alle nostre voglie. Ne siamo invece signori per esaltarla. Il compito dell'uomo pertanto non è possedere la terra per sé, ma appunto "custodirla" perché sia una casa per tutti. Quel giardino si colloca anche nella prospettiva della terra promessa, che Dio darà in dono al suo popolo. Solo se Israele "la servirà e custodirà" essa continuerà a esprimere il dono di Dio, altrimenti rischierà di perderla, come avverrà nell'esilio a Babilonia. C'è infatti un albero nel giardino. Quell'albero per un verso indica un limite da non oltrepassare, ma per altro verso esprime la possibilità dell'amicizia con Dio. Ecco perché rappresenta la tentazione più pericolosa, quella che spinge l'uomo a diventare come Dio, padrone di sé e degli altri.