Preghiera della sera. Meditazione di Don Marco Gnavi sul secondo libro di Samuele (2Sam 6,12-23)
21 Июль 2022 | продолжительность: 27:01
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Sappiamo che l'arca del Signore conteneva, per il popolo di Israele, le tavole della legge ed era segno di quella Alleanza che aveva condotto gli ebrei fuori dall'Egitto, che li aveva protetti, che li aveva perdonati, che li aveva sostenuti. Ma l’arca cadde ostaggio di potenze nemiche, dei Filistei, perché anche i segni dell'Alleanza di Dio possono essere ostaggio dei nemici. L'Arca fu più potente di quelli che la sottraevano gli ebrei e, per timore dei guai incontro ai quali i Filistei andavano a causa della presenza dell'arca, la restituirono al popolo di Israele. Qui, in questo questo capitolo del secondo libro di Samuele, si vede l'accoglienza che Davide riserva all'Arca di Dio: danza con tutte le sue forze e con tutto il popolo, coinvolgendoli in una gioia e gratitudine che però sono di scandalo per alcuni, per Mikal che era figlia di Saul. Così comprendiamo che i nemici dell'Alleanza possono essere esterni, possono essere le condizioni della vita, possono essere l'aggressione al nostro rapporto con il Signore causata da tanti motivi, ma possono essere anche interni, nel cuore, perché Saul fu invidioso, geloso di Davide e lo combattè e Mikal, sua figlia, moglie di Davide considerò quella danza poco consona, poco degna, perché in realtà il re d'Israele, Davide, si comportava come uno del popolo: non conteneva la gioia e danzava cinto solo di un efod di lino, del perizoma sacerdotale. Allora la gioia, in realtà, è il segno dell'Alleanza non il modo conforme di porsi di fronte all'arca, ma la gioia, la libertà della gioia. Un re si comporta come un Vassallo, perché sa che la grandezza di Dio viene ad abitare a Gerusalemme, la città da lui conquistata che consacrerà al Signore. Davide Re si fa piccolo di fronte alla grandezza dell'amore di Dio, mentre Mikal non comprende la gioia di Davide.
0:00 Preghiera con la Comunità di Sant'Egidio
10:08 Lettura del secondo libro di Samuele (2Sam 6,12-23)
13:47 Commento sul secondo libro di Samuele (2Sam 6,12-23)
Dal secondo libro di Samuele
(2Sam 6,12-23)
Ma poi fu detto al re Davide: "Il Signore ha benedetto la casa di Obed-Edom e quanto gli appartiene, a causa dell'arca di Dio". Allora Davide andò e fece salire l'arca di Dio dalla casa di Obed-Edom alla Città di Davide, con gioia. Quando quelli che portavano l'arca del Signore ebbero fatto sei passi, egli immolò un giovenco e un ariete grasso. Davide danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino. Così Davide e tutta la casa d'Israele facevano salire l'arca del Signore con grida e al suono del corno.
Quando l'arca del Signore entrò nella Città di Davide, Mical, figlia di Saul, guardando dalla finestra vide il re Davide che saltava e danzava dinanzi al Signore e lo disprezzò in cuor suo. Introdussero dunque l'arca del Signore e la collocarono al suo posto, al centro della tenda che Davide aveva piantato per essa; Davide offrì olocausti e sacrifici di comunione davanti al Signore. Quando ebbe finito di offrire gli olocausti e i sacrifici di comunione, Davide benedisse il popolo nel nome del Signore degli eserciti e distribuì a tutto il popolo, a tutta la moltitudine d'Israele, uomini e donne, una focaccia di pane per ognuno, una porzione di carne arrostita e una schiacciata di uva passa. Poi tutto il popolo se ne andò, ciascuno a casa sua. Davide tornò per benedire la sua famiglia; gli uscì incontro Mical, figlia di Saul, e gli disse: "Bell'onore si è fatto oggi il re d'Israele scoprendosi davanti agli occhi delle serve dei suoi servi, come si scoprirebbe davvero un uomo da nulla!". Davide rispose a Mical: "L'ho fatto dinanzi al Signore, che mi ha scelto invece di tuo padre e di tutta la sua casa per stabilirmi capo sul popolo del Signore, su Israele; ho danzato davanti al Signore. Anzi mi abbasserò anche più di così e mi renderò vile ai tuoi occhi, ma presso quelle serve di cui tu parli, proprio presso di loro, io sarò onorato!". Mical, figlia di Saul, non ebbe figli fino al giorno della sua morte.
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